Hai presente il lavoro duro dei neuroni sottoposti a sollecitazioni anomale? Riesci a pensare all’attivazione di sinapsi altrimenti impossibili da mettere in moto? Bene tutto ciò accade ascoltando questo EP di Unowl, che esce per la milanese MagmatiQ Records. Un sound potente e visionario, spaziale quanto concreto, caratterizza l’impostazione del lavoro, ascoltarlo è goduria vera, tra elettronica ricercata ed emozionalità vagamente dissimulata.
Questo debutto raggiunge livelli di qualità altissima, attenzione dunque a questo ventenne “enfant prodige” del suono sintetico, sarà senza dubbio una certezza della nostra scena elettronica futura.
«Entomology è un lavoro estremamente personale, frutto di due anni di continui rinvii, colpi di testa, cambiamenti improvvisi di nome, nella tracklist e un’ indecisione cronica nello scegliere tra circa 15 brani composti, quelli più giusti per ciò che ho sempre voluto immaginare come un EP dotato di un minimo di forza narrativa, mai distaccato e asettico. Un po’ troppa ossessività per un primo ep, e un lavoro di lima forse esagerato e alle volte più distruttivo che altro. Alla fine mi sono ritrovato a scegliere alcuni dei brani che ho composto nel periodo a ridosso delle deadline che mi ero imposto, e che avevo pensato per eventuali uscite future, spesso forzando i tempi, e lavorando su materiali molto grezzi. Forse perché al momento di scegliere li sentivo molto più vicini a me.
Non ho mai avuto il desiderio di fare un primo ep “da club” per il semplice fatto che dare alla musica,nel’ atto della composizione, un fine, uno scopo chiaro ed evidente come quello del far ballare, non può che compromettere fortemente la genuinità della musica stessa in molti casi. Del resto è anche questo che voglio dire quando parlo di un lavoro molto personale, e senza nulla togliere alla club culture e alla dance music in generale. Anzi sicuramente non mi tirerò indietro in futuro, però voglio dire che ho desiderato fortemente portare a termine questo lavoro per come l’ avevo immaginato dall’ inizio. Voglio pensare che sia veramente frutto di quello che faccio giorno per giorno: sì un’ astrazione, sicuramente non le parole di un cantautore, ma comunque come un’ immagine animata , più o meno distorta, di quello che ho percepito ultimamente. In ogni caso una rappresentazione di qualcosa. Non so neanche io di cosa di preciso, ma so che di qualcosa lo è».