Spruzzi di novità che si posano su melodie dal gusto vagamente retrò, cantanto italiano che alterna testi tanto leggeri quanto ricercati ma di certo mai banali, semplicità e complessità che camminano di pari passo, il tutto fuso in un approccio shoegaze dal sapore melanconico. Questo è quanto potrebbe servire a sintetizzare il sound de “Le Case del Futuro“, band bresciana su cui i riflettori si erano già accesi ben prima dell’uscito di questo primo lavoro chiamato “Lucertole”.
Infatti come spesso accade nell’ultimo periodo, l’attenzione si posa magicamente su alcuni progetti, prima ancora di ascoltare le note iniziali del primo brano. Va detto però che questi ragazzi lombardi sembrano meritare tutte le attenzioni che si stanno posando su di loro in questo periodo. Il loro saper fondere scientemente passato e futuro, la ricerca con momenti d’ascolto più easy, rende questo debutto un gioiellino indie, molto vicino in alcuni casi alle realtà in maggiore ascesa nel panorama nostrano. Ascoltando ad esempio (due) Mostri sulla Luna, si sente nell’aria il fantasma di Colapesce, mentre tutto il disco prodotto dalla Disastro Records, ricorda episodi più o meno fortunati della musica indipendente italiana dell’ultima decade. I 4 “futuristi” comunque mostrano un approccio personalissimo e degno di attenzione, mostrando una non comune capacità nella scrittura dei brani.
Quella nel video è una versione live del pezzo (due) Mostri sulla Luna, rielaborato in chiave semiacustica, registrato al T.U.P Studio di Brescia da Stefano Moretti (Pink Holy Days) e Pierluigi Ballarin (The R’s), filmato da Matteo Giobini e con la direzione artistica di Jim Nedd.