Soltanto due giorni fa vi abbiamo presentato il video di Here we are, primo singolo estratto dal nuovo album (omonimo) di Herself.
Gioele Valenti è un artista palermitano che negli ultimi anni ha messo da parte anche felici esperienze all’estero, e che ha sempre curato personalmente tutti gli aspetti della produzione musicale. Per il suo quarto disco ha scelto la DeAmbula Records di Marco Campitelli (The Marigold), con il quale ha condiviso la direzione artistica e anche alcuni brani (Marco suona in Something in this house e Passed away). Al risultato finale hanno contribuito inoltre gli interventi di Aldo Ammirata (basso e violoncello) e Amaury Cambuzat (membro degli Ulan Bator, uno dei nomi di spicco del roster DeAmbula), che ha suonato in Sugar Free Punk Rock e How you killed me, ma soprattutto ha curato il mastering.
Poche chiacchiere: questo disco è una piccola perla nel panorama folk italiano. Perciò abbiamo chiesto a Gioele di raccontarcelo. A voi:
1. Strangler Who’s Me
Il ritornello continua a ripetere, “potrebbe mai cambiare il fondo delle tue paure?”. La risposta, naturalmente, è no. Il nucleo profondo non cambia, ogni cambiamento avviene in superficie. Con la stessa differenza che passa tra il fondale marino e la schiuma a riva.
2. Here We Are
Poveri corpi sull’asfalto. Parlare diventa sempre più simile a boccheggiare. Le parole perdono senso, se ci si allontana dalla fonte di emissione. Gesti meccanici e quotidiani, di una quotidianità da incubo.
3. Funny Creatures
La mente è un meccanismo molto fragile, direi stupido. Se il cervello è l’hardware, la mente è il software. Gesti meccanici, ripetitivi. Se provi a bloccarti nel mezzo di un gesto, scopri quanto tu sia programmato. Il gesto è più individuale dell’individuo, diceva da qualche parte, Milan Kundera.
Buffe creature ancorate tra gesto e desiderio.
4. & 8. Tempus Fugit
Una dedica all’amata. Degli occhi fiammeggianti, che esplodono. Una stella cadente, che è un aereo che precipita. Guidare tra campi di grano, di notte, con 40 gradi.
5. Violence Is For Leaders
Se non tendessimo ad essere disumani, non avremmo bisogno di leader politici. Disgraziatamente, la democrazia è ridotta a poco più che un gregge che abbisogna di pastori.
6. Outside The Church
100 persone dietro ad un funerale. 100 persone piangono, ma una sola dice la verità. E’ come un gioco ad individuare quella che piange sul serio.
7. The River
Desiderio di dissoluzione. Un modo per dissolversi è rinunciare al proprio ego. L’unica via verso la salute è perdere un po’ del proprio ego. Che come dicono gli Ulan Bator, l’ego è eco.
9. Passed Away
Vorrebbe essere una canzone di rivolta civile. Ma temo ne sia venuta fuori una nenia sulla morte individuale, e, in maggior misura, sulla morte psicologica, che anticipa cento e cento volte quella fisica.
10. Luna Park
Illusione di divertirsi. Che è l’unico modo per divertirsi.
11. Sugar Free Punk Rock
Il punk non è mai morto, perché non è mai esistito. Come tutte le cose belle e forti, è una proiezione.
12. Something In This House
Casa mia è infestata dai fantasmi. Non c’è molto altro da aggiungere.
13. How You Killed Me
Il 99% delle morti è suicidio. Le persone sono le armi più affilate che il buon dio abbia a disposizione. Ma naturalmente il buon dio è l’arma dei buoni per eccellenza.
SITO UFFICIALE DI HERSELF
SITO UFFICIALE DEAMBULA RECORDS