C’era una volta lo stereo di mio padre con le casse Mordaunt e c’era una volta l’umore cenerino di mia madre che predilige la bassa intensità acustica, disgraziata. Ed è la storia degli Insooner che quest’oggi vengono a farmi visita per pranzo, dritti dentro la mia testa. A volumi che in questa casa sono proibiti. Per l’occasione il trio varesino mi porta in dono il nuovissimo Caimani, uscito per Forears Records, un lavoro roccioso e dispotico, wow -dico io-.
Accendo lo stereo e ho il nitido presentimento di esser accerchiato. Kaboom, come nei cartoni animati. Il suono degli Insooner è autorevole e imbrattato dalle distorsioni più voluminose ed esce dalle casse come un tutt’uno corpulento (e tirannico) di chitarre e di bassi magistralmente coadiuvati, un pugile dall’occhio nero che incassa due montanti prima di ubriacarti di botte. E il disco è ricco di dinamiche isteriche (mettere il repeat su Caimani infernali), di cacofonie, di tempi inconcepibili che sgomentano e seducono, di suoni indovinati, di spessore garage-punk e di uniformità orchestrale. A mio condannabile giudizio è d’uopo ritagliare un piccolo spazio per Giuda, la più Bella del Reame, la traccia che più d’ogni altra racchiude il concept del disco, una giostra emozionale fatta di cambi di tempo, un brano difficile e difficilmente accessibile. Ma non per questo semplicemente meraviglioso. Il basso noise-rock di Icaro nel fango dà alla luce una densa parete di suono che lancia il disco a tutta velocità, prima dell’interludio-shoegaze Fionda (e non serve starvi a spiegare il significato). I coni delle casse vengono accarezzati dall’inquieta ballad Istantanea della fine, prima che il sipario cali sui cocci dello stereo. Sì, i cocci.