Hai presente l’idea di viaggio? Quello mentale, come in un cammino acido, in cui la mente si distacca dalla realtà per portarti in posti lontanissimi? Bene con questo lavoro dei Liquid Desire non potrai fare a meno di prenotare il tuo biglietto di sola andata per luoghi sconosciuti e mete mai viste.
Questo perché il duo—che mutua il moniker da un’ opera di Salvador Dalì—ha riversato in questo album una quantità tale di synth sognanti e beat spinti capaci di spingervi lontano dal caldo tropicale di questi giorni o se preferite, capace di trascinarvi su un’ isola dall’acqua cristallina. Sta a voi interprentare il suono, farlo vostro e decidere dove farvi trasportare da quest’ultimo, consci che una volta premuto il tasto play per un’ oretta circa non avrete voglia di togliere le cuffie. Tra sonorità care alla premiata ditta Fake/Holden ed ambienti visionari che hanno influenzato in seguito anche altri—vedi Vaghe Stelle—questo disco mostra comunque una forte personalità, un lavoro a cui dedicare almeno un paio di ascolti. Chissà dove potreste ritrovarvi.
Artwork » Fabrizio Festa