Come promesso ecco il nostro reportage sul Kernel Festival, tenutosi nel pieno centro di Desio, nella cornice di Villa Tittoni. Si parla di un festival in cui l’arte digitale è stata protagonista, fra videomapping, musica elettronica ed installazioni interattive. Speriamo di essere riusciti a catturare anche solo un minimo della splendida atmosfera di questa serata nel video che abbiamo preparato in esclusiva.
Arrivati nel tardo pomeriggio, ci siamo subito immersi negli splendidi locali di Villa Tittoni, in cui erano presenti alcune installazioni interattive ed una mostra legata a temi architettonici. Niente ci ha lasciati particolarmente colpiti a parte la sala dedicata a – cercati il nome -, in cui un’app iphone dedicata permetteva di aggiungere una traccia sonora ambientale ad una serie di fotografie esposte. Dovremmo usare il condizionale però, dato che nella sala non arrivava il segnale wi-fi del festival e ci è stato impossibile scaricarla.
Dopo aver sorseggiato un paio di birre fredde in pieno clima estivo, ci dirigiamo al main stage, dove non appena cala il buio inizia lo spettacolo di Aquarius Heaven accompagnato dai visual realizzati in real time da Areaodeon. Quando la situazione si riscalda purtroppo lo spettacolo finisce per poi raffreddarsi subito dopo con il live dei borinots tqt, catalani, che nonostante un “Forza Italia!” (la sera dopo si sarebbe giocata la finale degli europei di calcio) non ci appassionano. Il loro concerto è accompagnato dal vj mapping di Sinoca, non male, però non ci fa impazzire, viste anche le musiche a metà fra orchestrina messicana e gruppo folk scozzese.
Andiamo avanti, finalmente arriva il momento dei mapping short film, ovvero delle videoproiezioni pensate esclusivamente per l’evento.
Gli italiani Luckyassembler hanno deciso di usare una facciata di Villa Tittoni come schermo per la proiezione di un vero e proprio racconto, ambientato fra le finestre e gli archi dell’edificio, suscitando degli applausi convintissimi da parte del pubblico. Lo studio Thetis ha preparato invece un visual coinvolgente e che sfruttava tutte le caratteristiche architettoniche della location, puntando più ai colpi ad effetto che ad una narrativa coinvolgente.
Dopodiché, si passa alla dance trasgressiva degli Spektrum, una formazione a tre che ci ha fatto ballare con il solo utilizzo di batteria, basso e voce (ed un po’ di latex).
Siamo giunti alla parte più seria del festival, il cuore, con le atmosfere sonore di Mass Prod accompagnate dal”incredibile live audiovisual mapping di Mike Todd e King Britt da Portland, sicuramente il miglior evento visuale della serata. Menzione d’onore anche per i visual coinvolgenti di K137 e il live di Onur Ozer in chiusura di serata.
Reportage a cura di: Salvatore Delle Femmine e Marcello Tecleme