Era da un po’ di tempo che avevo perso le tracce della Seahorse Recordings, etichetta partenopea che qualche anno addietro aveva tirato fuori una serie di validissimi dischi di artisti come El – Ghor, Deny o Kiddy Car. Ora Paolo Messere, capo supremo della label e curatore di ogni minuzioso aspetto di quest’ultima, torna a sfornare dischi pregevolissimi come da tradizione.
Questo “Vivid Colour” dei bolognesi Lips Against the Glass è un lavoro di finezza elettronica assoluta, in cui elettronica ed intrecci chitarristici, voci sussurrate e melodie vagamente post-rock si fondono per creare un mood piacevole quanto malinconico.
Un disco in cui è estremamente facile perdersi tra tutti quei suoni glitch, i pad ambientali che rarefanno il suono ed i reiterati giri di basso pieni e corposi che gonfiano gli auricolari. Sembra un pò di tornare in dietro al tempo in cui band come i Mùm o Lali Puna invadevano le home dei principali siti musicali, quando ancora le bacheche dei social network non erano invase dal sound Uk bass.
Un salto carpiato nel passato, ma fatto con piacere assoluto per riscoprire sonorità che sembravano andate perse o almeno volate temporaneamente via; unico punto di differenza con le band precedentemente citate è l’attitudine shoegaze che traspare dai brani di questo Vivid Colours. Una serie di drone “sotterranei” traspaiono tra le piaghe di tracce come “Not Another Try” e rendono più personale il suono di questo progetto bolognese, che senza inventarsi nulla cerca di esprimere al meglio “L’ indagine su quell’attimo di stupore, prima dell’avvento di qualcosa, di qualsiasi cosa, bella o terribile. Un attimo di purezza in cui realizzi, ma non elabori del tutto”.