Ci piace la musica e ci piacciono le illustrazioni, ormai l’avete capito. In più le due cose ultimamente vanno parecchio di pari passo e a disegnare le copertine di molti album italiani ci pensano disegnatori bravissimi. Tradotto: state per assistere (forse) alla nascita di una nuova rubrica a loro dedicata, Passaporto, che vi permetterà di scoprire cosa hanno da dire questi giovani meritevoli di mille lusinghe.
Tratti salienti: italiani, talentuosi e chiacchieroni. Il primo ad essersi prestato al nostro esperimento è Nicolò Pellizzon, classe 1985, autore dei ritratti a metà tra La Sposa Cadavere e Alessandro Baronciani che avete visto campeggiare sul manifesto dell’ultimo Mi Ami.
Nicolò Pellizon tratteggia sul foglio in un modo che mi fa impazzire, è sporco e limpido allo stesso tempo, come se i suoi volti fossero abbozzati con un dito intinto nell’inchiostro nero. Inquietudine e sogno, oscurità e bellezza. Fatevi un giro sul suo sito – www.fauces.it – per scoprire quante belle cose ha fatto, a partire dalla collaborazione col magazine/catalogo/fanzine WATT che fa incontrare illustratori e narratori in un limbo sconosciuto, come noi facciamo col nostro Dance Like Già Sai.
Non gli abbiamo chiesto né com’è nata la sua passione né cosa farà del suo futuro, ma sappiamo che se andassimo a trovarlo ci porterebbe nella migliore pizzeria della città. Buona scoperta.
Presentati in tre parole ai nostri lettori.
Io disegno paure.
Presentati in tre parole ad un pubblico di bambini.
Io disegno paure.
(Ci sono anche le ragazze, ma le paure fanno più presa)
Disegnami l’estate. Disegnami l’inverno.
L’estate è l’erba bruciata ai bordi della strada di campagna isolata, in attesa di un U.F.O. .
L’inverno sono i rami neri contro il cielo bianco. Il fumo della sigaretta che sale in alto.
Il posto dove ti vengono più idee.
Mi vengono delle idee fantastiche mentre sono in treno.
Credo sia perché riesco a liberare il cervello fuori dal finestrino.
Poi quando scendo le dimentico sempre tutte.
Vengo a trovarti dopo anni che non ci vediamo. Dove mi porti?
Sono per i grandi classici della socialità. Come la birra e la pizza.
Non sarei in grado di escogitare qualcosa di meglio neanche se ci pensassi per un mese. Non sono bravo nelle relazioni sociali. Adesso che ci penso, sarebbe molto difficile che tu venga a trovare me dopo anni che non mi sono fatto vivo.
Di che cosa hai una scorta?
Di penne, pennelli, china. Sempre in numero di tre.
Ma la scorta che prediligo finire per poi rinfoltire è quella dei libri.
Per un illustratore ci sono animali più belli di altri animali?
Sicuramente gli animali con occhi tondi denti sporgenti e orecchie grandi sono più simpatici, per me almeno.
La differenza tra un disegnatore bambino e un disegnatore adulto.
Non so se vale per tutti, ma io ricordo che da piccolo mi bastava un disegno fatto male per viaggiare di fantasia e magari completarlo (nella mia mente) con più di una storia.
Adesso è come se “il macinare le immagini” abbia bisogno di una spinta emotiva più forte.
Ma forse non è un cambiamento causato solo dall’età.
Riassumi la vita trascorsa sin qui in un’immagine.
Credo sia rappresentata abbastanza bene dai Goonies che contano i passi fuori dal ristorante della Banda Fratelli.
I nomi di tre illustratori che vorresti vedere su DLSO.
Non so se le avete già intervistate.
Sarah Mazzetti, Giulia Sagramola e Cristina Spanò, le splendide ragazze di Teiera.