Il mondo dell’arte è popolato di chiacchieroni e inconcludenti. Gente che incontri ad eventi a cui non volevi andare, che ti tiene sotto sequestro intere ore a parlare di questo e quello, di tutto o niente senza mai arrivare al sodo, quelli che ispirano tutti i testi dei I Cani. Molto fumo e poco/pochissimo arrosto nel menù dell’arte contemporanea e della creatività in generale. Per fortuna esistono sparsi in giro per la terra ancora dei giovani cultori dell’arte del fare, con poche chiacchiere e molti fatti. Per trovare gente che arde del sacro fuoco della concretezza, non c’è bisogno di andare molto lontano, a Milano abbiamo scovato i ragazzi del team Made in Copernico, che oggi vi presentiamo facendo quattro chiacchiere con Romeo Steiner…
Da dove viene il nome Made in Copernico e come nasce il vostro “collettivo d’arte” ?
Perché il nostro salotto, la nostra centrale operativa, si trova in via Copernico a Milano, dietro la Centrale. Tutte le produzioni partono da qui: magliette (clicca qui per vedere come), fanzine, abbecedari, ricettari, poster, skateboard, collage, quadretti, spille, animali di cartone. E aereoplani telecomandati, impermeabili, musica ignorante, timbrini. Ci piace riciclare, crescono alcune piante di basilico perciò si può dire persino che coltiviamo. Qui abitiamo in sei (ufficialmente in cinque) ma Made in Copernico non siamo noi, né uno studio né una società di persone, tantomeno una società a responsabilità limitata. Vorremmo essere riconosciuti come una religione ma l’iter burocratico è complesso ed irto di obbiettività morali, per comodità potremmo considerare Made in Copernico i progetti e le aggregazioni di persone che essi creano.
Mi piace questo gusto casalingo. È sempre molto bello immaginare un progetto d’arte che parte e si sviluppa direttamente dagli artisti, mi fa pensare a qualcosa di molto genuino..tipo dal produttore al consumatore.
Fare le cose che ci piacciono è un piacere che ci concediamo volentieri perchè è gratificante. Siamo contenti nel tenere in mano qualcosa prodotto da noi e siamo molto ispirati dalla casualità, dal random dai fenomeni marginali e dalle cose spontanee e dalle illustrazioni impulsive e dagli animali. Volevamo inoltre ricordare ai lettori di consumare solo artefatti biologici e a km zero.
Casualità/km 0/illustazioni/animali… Ok, sono in brodo di giuggiole. Quindi il tutto nasce dalla volontà di trasformare la vostra “produzione” artistica in qualcosa di concreto da mostrare e condividere con gli altri?
Siamo un po’ reticenti ad usare la parola arte. Mi viene in mente una metafora botanica: come alcune piante in un determinato periodo dell’anno secernono una resina psicoattiva che le protegge dagli agenti esterni a causa di alcune reazioni chimiche causate da fattori esterni alla pianta, così noi ritrovandoci produciamo cose.
Parliamo di “Tales From“, la vostra fanzine a tiratura limitatissima.
Tales From ruota intorno ad un tema centrale, diverso per ogni numero, che viene proposto a vari illustratori, persone che entrano in contatto con noi per le vie più disparate e di cui ci piace il lavoro. Ogni partecipante realizza un disegno, noi li rileghiamo e serigrafiamo le copertine nel nostro salotto. è un’idea nata da Leonardo e Giovanni e Romeo. Poco tempo fa, accortici di aver quasi finito le copie di della prima edizione “Tales From: the fish market” ci siamo stupidi del valore che quella cosa aveva acquisito per noi.
Come posso fare per acquistare una delle vostre fanzine?
La distribuzione ufficiale sino ad ora credo consista in noi stessi. Abbiamo esposto inizialmente alla Santeria di Milano, per una mostra chiamata “Nuovi Problemi” trai cui organizzatori vi è Alvin che ha anche partecipato alla prima uscita .A fine giugno siamo stati al “Crack” – festival internazionale di arte disegnata e stampata di Roma- dove oltre a tales from the fishmarket abbiamo presentato anche tales from Apocalisse ( in linea al tema del festival) ed era possibile trovare anche altre delle nostre produzioni; e qualche giorno fa al Creature di Lodi.
In ogni caso per acquistare uno dei numeri di “Tales From” basta scrivere una mail a talesfromthemail@gmail.com
Sono molto triste perché mi sento naturalmente predisposta per essere una ragazza del team di via Copernico ma non posso essere li.
Forse è via Copernico che dovrebbe trovarsi in una città sorridente come Napoli! Sebbene non sia necessario essere qui per essere “dei nostri”.
Ma magari! Hai qualche artista interessante che vuoi segnalarci o una canzone che vuoi far ascoltare ai nostri lettori?
Sicuramente vorrei che i nostri lettori, guardando i disegni del Rugge, si ascoltassero Ostia degli Zu!
Sarà fatto.