Dietro al moniker Perfect Pop, come vi annunciammo qualche mese fa, c’è un ragazzo torinese di nome Lorenzo Albera. Lorenzo ha un problema: vorrebbe tanto comporre delle perfette canzoni pop, non fosse per quel richiamo irresistibile del noise (e chi ha detto che l’elektropop debba andare per forza nella direzione più rilassante?). Se avete un’etichetta, noi ve lo raccomandiamo caldamente.
Distoria Ep è la sua prima, breve raccolta di canzoni. Ennesimo brillante esordio di un giovane musicista torinese, ennesima prova dell’aria buona e profumata di talento che si respira negli ultimi anni in questa città.
Abbiamo chiesto a Lorenzo di raccontarcelo, lui è stato disponibilissimo, e il risultato ci dice davvero molto della persona, oltre che della musica.
1. CHEESY SONG
È la più pop del disco per armonie e melodie, ma la cassa è la più violenta di tutto l’EP per giocare sul contrasto. Il titolo deriva dalla prima stesura del testo, che la rendeva troppo cheesy. È l’unica a non contenere citazioni, anche se il riff di piano è stato accostato a ‘Se telefonando’. Per via dei suoni simili, fa parte di un terzetto ideale che comprende ‘Neon Fonzie’ e ‘Lazy Season’. Strutturalmente ha intro (con tanto di basso alla Peter Hook), strofa, preritornello e ritornello, ma poi non si ripete nulla e finisce “in sospeso”. Per il testo mi sono lasciato ispirare dalla musica, che sembra voler dire:”Sono arrivato qua e me la godo”…qualunque cosa tutto ciò significhi!
E il suono in apertura è un ukulele.
2. NEON FONZIE
È il manifesto del Perfect Pop e forse la traccia più immediata, oltre che la prima che ho scritto, partendo da un giro di ukulele che rimane sepolto da tutti gli altri suoni, ma fa il suo dovere. Anche qui c’è un riff di basso alla Peter Hook. È un inno per quando non ne hai più per essere un Neon Fonzie, in cui Fonzie è il simbolo della figosità e il neon è un additivo di quest’ultima (Nietsche parlava di übermenschen, ma qua si tratta di übercoolness). Si parla un po’ di tutto: dalle micronazioni al mal du siècle, citando direttamente ‘Ceremony‘ (New Order o Joy division, fate voi), ‘Bullet With Butterfly Wings‘ e il gioco da tavolo del video di ‘Country House‘. Tra le altre cose, è la mia preferita.
3. DANCING FEET
Partiamo dalla premessa che questa canzone ha un tema, ma rimarrà segreto. È la più rumorosa del disco e si basa su un giro composto strimpellando un harmonium. Qui riprendo una parte della strofa di ‘The Prayer‘ dei Bloc Party. Per le strofe, uguali tra loro, volevo provare lo stratagemma della ripetizione, anche se non so quanto: “It’s sunday… Riding in my car” possa essere considerato un mantra.
Sarebbe lenta rispetto alle altre, ma a metà arriva un cambio di ritmo che riporta tutto alla “normalità”.
4. LAZY SEASON
Una Neon Fonzie più grande e grossa, seppur più complessa e quindi meno immediata. L’avevo composta alla chitarra ere fa. È quella con la melodia della strofa più bella, almeno per i miei gusti. Riguarda l’essere troppo pigri per cambiare le cose. La prima citazione mescola ‘Hello Sadness‘ dei Los Campesinos! e la serie ‘Adventure Time‘, siccome nel Perfect Pop non si butta via nulla. Si tirano in mezzo anche ‘Goo‘ dei Sonic Youth e si citano ‘Frankly, Mr. Shankly‘ e ‘Ask‘ degli Smiths.
Qui si annuncia la morte di Fonzie per chiudere il cerchio ideale iniziato con ‘Cheesy Song’ e passato per ‘Neon Fonzie’.
5. SUNDAE
È la più distinta dell’EP, nonché l’unica ad essere stata pensata in contesto con le altre canzoni. Qui il rumore non lo fa la base, ma la voce. Il contrasto è quello di un robot che canta una canzone dolce. Pare che ci fosse una traccia di vocoder nella seconda parte della strofa e che sia stata persa nel mix finale… Il risultato rimane comunque una ninna nanna sui fantasmi della dormiveglia con il ritornello preso da ‘I’m Only Sleeping‘ dei Beatles. La struttura lascia in sospeso come in ‘Cheesy Song’. Rimane l’unico pezzo lento e per questo è l’unico a non avere un titolo formato da sostantivo + aggettivo. Lo spelling è preso dal gelato, ma per essere più hip dirò che viene da ‘Sunny Sundae Smile‘ dei primi My Bloody Valentine.
6. GOOD GRIEF
È la canzone più intensa ed ambiziosa oltre che la più presa male. La musica sa di fine del mondo e stavolta il basso col chorus alla Peter Hook dialoga con la voce, che trova spazio anche per parlare anche degli “spöka” dell’Ikea. Il titolo è la famosa esclamazione di Charlie Brown, in Italia tradotta “misericordia”. La clip audio iniziale, che in molti avranno riconosciuto, è la voce di Luciano Berio che descrive lo studio di fonologia musicale rai di Milano (
http://www.youtube.com/watch?v=-9N85JU3yDc).
Si citano e ‘Neon Fonzie’ stessa e ‘Not In Love‘, che recentemente ho scoperto non essere dei Crystal Castles.