Non credo abbiano bisogno di presentazioni i Julie’s Haircut. Attivi fin dal 1994, tornano con The Wildlife Variations a 3 anni dal precedente lavoro. Noi li abbiamo intervistati per farci raccontare com’è nato l’EP e provare a scucirgli qualche news sul futuro.
A 3 anni dal colossale doppio Our Secret Ceremony esce The Wildlife Variations, un ep di 4 pezzi. La dimensione appare diversa, molto più onirica. Cosa è successo nel mentre?
È vero che i pezzi dell’EP hanno, in generale, un andamento riflessivo. Ma anche nel disco del 2009 c’erano cose orientate su queste atmosfere, penso soprattutto al secondo disco. I pezzi nuovi sono nati lavorando in studio, spesso direttamente al banco del mixer e non suonandoli live, forse il loro lato che tu definisci “onirico” ha a che fare con il tipo di composizione che li ha generati, molto meditata.
Nel 2011 un vostro singolo in 10” includeva la cover di un pezzo tratto da una colonna sonora di Alejandro Jodorowsky, il padre della psico magia. Oggi The Wildlife Variations parla apertamente di alchimia. C’è da parte vostra una grande attenzione all’immanentismo ed ai fenomeni naturali, da dove deriva?
È un interesse di tipo culturale, certamente non il solo. Personalmente, il discorso dell’alchimia mi interessa non tanto come fenomeno storico, ma più come pensiero sull’uomo e sul suo rapporto con l’universo, una visione di tipo sincretistico che con la nascita del pensiero scientifico è stata progressivamente accantonata ma che permane, come un filone sotterraneo, nella storia del pensiero occidentale. Per me è stata folgorante, da questo punto di vista, la lettura di Jung e la sua interpretazione dell’alchimia come processo di autocoscienza e autorealizzazione dell’uomo.
Johannes fa esplicito riferimento a Keplero ed alla sua figura, analoga a molti padri della fisica suoi contemporanei, costantemente in bilico tra la scienza e la magia. Oggi le due discipline sono quanto mai distanti, per molti non sono minimamente assimilabili. Voi come vi ponete al riguardo?
A dire la verità il riferimento a Keplero è soprattutto nel titolo, il testo di quel brano è una riflessione più generale tra l’uomo e il cosmo. Comunque, Keplero è universalmente considerato il padre dell’astronomia moderna, ma era uno che, per campare, faceva anche gli oroscopi. E’ vissuto in un momento di transizione in cui, come dicevo prima, la scienza moderna ha iniziato ad affrancarsi dalla cosiddetta superstizione o, se vogliamo, dalla dimensione magica del mondo. Per qualcuno, quello è stato l’inizio della fine.
Il vostro gruppo ha una lunga storia, durante la quale la formazione si è più volte rimescolata. Da ultimo è arrivato Ulisse Tramalloni alla batteria. Come ha inciso sul vostro suono questa new entry?
Ulisse è un batterista tecnicamente eccezionale e un musicista molto attento alla dimensione musicale complessiva dei nostri pezzi, il suo è sicuramente un apporto che non si limita alla mera esecuzione.
È il vostro primo disco con Trovarobato e WoodWorm: come è nata questa sinergia?
Con i ragazzi di entrambe queste realtà ci conosciamo e stimiamo reciprocamente da alcuni anni. La collaborazione per il disco è nata in modo molto spontaneo e naturale, c’è stata una condivisione totale di tutte le scelte e dobbiamo dire di essere molto soddisfatti del supporto promozionale e discografico.
The Wildlife Variations è un Ep che anticipa l’uscita di un vero e proprio nuovo disco dei Julie’s Haircut entro il 2012. Cosa ci dobbiamo aspettare da questo lavoro? L’Ep ferma un punto, una nuova stagione artistica o più semplicemente è una fase di passaggio verso altro?
Credo sia prematuro parlare di date di uscita di materiale nuovo. Abbiamo diverse cose in fase di lavorazione, ma in questo momento è impossibile, realisticamente, dire quando saranno ultimate. L’EP, come tutte le nostre uscite discografiche, fotografa un particolare momento della vita del gruppo e certamente rappresenta anche un ponte verso qualcos’altro. Che però, al momento, non ha ancora preso forma.