Uscirà il prossimo 11 settembre in tutto il mondo Love this giant, disco nato dalla collaborazione di Sua Maestà David Byrne con St. Vincent, al secolo Annie Clark, cantautrice polistrumentista dalla presenza scenica indimenticabile.
Registrato nel giro di due anni, Love this giant è un disco attesissimo, in cui le due enormi personalità si fondono creando alchimie che spaziano dal grandioso al frivolo con grande naturalezza. Totalmente co-scritte, senza alcuna divisione di ruoli, le 12 tracce scivolano morbide nelle casse, lasciando una costante sensazione di solennità dietro di loro.
L’intero lavoro poggia su un impianto sonoro grandioso, incentrato su una banda di ottoni a duettare con le drum machines di John Congleton, quasi a dire: “a chi serve una batteria?!“. Immancabili ma ridotte al minimo le irruzioni alla chitarra della Clark.
Emblematico della perfetta fusione dei due è Who, singolo in free download che ha anticipato l’album, in cui ritmi e melodie si fondono e si completano creando rotondità degne dei grandi dischi.
Un disco che è un viaggio, ma anche un gioco, un divertimento continuo, uno spettacolo assoluto delle capacità di questi due artisti, divisi da 30 anni di età, ma uniti dalla passione per la sperimentazione. Non un disco di ricerca, semmai uno sfoggio di talento che riesce però a non risultare mai pacchiano o autoreferenziale, costantemente votato alle esigenze melodiche dell’opera nel suo complesso.
Si passa dalle sonorità black dei sassofoni di Week end in the dust, alle ritmiche scarne e sincopate di I should watch TV, sostenute dal rincorrensi schizofrenico di tromboni e corni.
Le stesse voci dei due si adattano ad ogni esigenza, passando dai cori da musical di I am an ape, ai riverberi che sfumano in arpeggi cristallini di Ige Age.
All’epica teatralità di Dinner for two e alle ambientazioni grandiose di The forest awake fanno da contraltare la posa cinematografica di Optimus e la freschezza dei delay di Lightning.
Autentiche perle di un lavoro che gira a livelli eccelsi sono Lazarus e The one who broke your heart. La prima, più intima e di una freschezza più discreta, è un autentico gioiello di ritmiche e melodie, cresce magnetica e sorniona, fino a coinvolgere al limite dell’affano sul finale. La seconda, che vede la collaborazione dei Dap-Kings e degli Antibalas, fa tesoro dell’affollamento in una marcia carnevalesca a cui è prossochè impossibile resistere: provateci, vi ritroverete ad ancheggiare fuori controllo, qualunque cosa stiate facendo.
A chiudere il tutto Outside of time and space, un duetto che più classico non si può, quasi a volerci dire che questa divinità della musica contemporanea e questa virtuosa ribelle quando vogliono sanno anche fare le cose alla vecchia maniera. Un po’ come Picasso che sapeva disegnare ma non ne traeva alcun diletto.
Vi abbiamo incuriosito a dovere? Bene, perché il disco è già in streaming!