Quanto sia difficile essere figli negli anni anni ’10 lo sappiamo tutti. Per i nostri genitori noi di musica non capiamo una mazza, veniamo etichettati come terroristi dell’udito. Ma giuro che se solo volessi far capire ai miei quanto davvero io e la mia generazione, certo magari senza essere così generalista, possiamo essere sensibili anche in ambito di scelte musicali, gli farei ascoltare How To Dress Well.
Peccato abbia paura che legando questa inclinazione alla mia insana passione per la serie Una Mamma Per Amica, l’opinione dei miei possa precipitare nel senso opposto. Per cui diciamo che al momento preferisco tenere la cosa per me.
Ma a pensarci bene How To Dress Well è quel genere d’artista che non vorresti far ascoltare proprio a nessuno, vuoi per gelosia, vuoi per timore, tendente alla certezza, che te lo smerdino in pochi secondi. Intimità, d’altronde, è forse la prima parola chiave da elencare parlandone, e il suo secondo lavoro, Total Loss, ne è il manifesto. Gente, siamo nell’era della solitudine, dell’autismo sociale, e questo ragazzo lo ha capito alla grande. Total Loss è qualcosa che non puoi che ascoltare da solo, quando il leggero ondeggiare del busto è legittimo, spontaneo e soprattutto nascosto agli occhi del mondo.
HWTD, al secolo Tom Krell, non è solo un altro artista da falsetto, è una persona dalla spiccata emotività e probabilmente con pessimi gusti cinematografici; un ex-ragazzino speciale che nei suoi affetti aveva riposto tutto ciò che il porno in internet degli anni 90 non riusciva a contenere, ed ora si trova a far i conti con la scomparsa di gran parte delle sue roccaforti. Total Loss è essenzialmente incentrato su questa sorta di sentimentalismo lagnoso recitato alla maniera del miglior R.Kelly nella colossale serie Trapped In The Closet. Rarefatto ed evanescente, il suo è ormai un sound marchio della genesi dell’alt-R&B, forse capostipite, in bilico tra Mariah Carey e i SALEM. Ovviamente Krelleezy non perde occasione per omaggiare anche stavolta le sue dichiarate fonti d’ispirazione inserendo nella tracklist del disco liriche tratte da Foolish di Ashanti (Running Back), scansioni ritmiche prese in prestito da Janet Jackson (& It Was You), la stessa attitudine melodica di Alicia Keys (World I Need You, Won’t Be Withou), e quel synth-appeal tipico di The-Dream (Struggle). Un tripudio urban steso con un matterello di riverberoni e scotto in salsa lo-fi.
Certo non siamo qui a consigliarvelo per il prossimo party-with-no-tomorrow, potrebbe non attecchire troppo sulla folla e qualcuno potrebbe seriamente insultarvi, ma Total Loss è di certo il disco im-weeping-now-just-because-i-feel-a-new-man, il disco della rinascita, della redenzione se siete appena usciti da una brutta storia di droga e vallette televisive, oppure più modestamente un disco bello e basta se la vostra vita è ordinaria e piatta come la nostra.