Ve lo avevamo anticipato con tanto di compilation in regalo: lo scorso weekend in quel di Torino c’era Garrincha loves Torino: una di quelle feste a cui è davvero impossibile mancare. E così Shaq si era organizzato e aveva fatto di tutto per festeggiare alla grande insieme agli amici della Garrincha Dischi.
Quel che manca, ora, sono i racconti di questa gita scolastica tra bambini troppo cresciuti.
Con il suo cortile interno nascosto in pieno centro, il Museo di Scienze Naturali si è rivelato il luogo ideale per ospitare il festival. L’ingresso obbligato da un solo corridoio su via Giolitti, il palco gigantesco e la passerella centrale hanno reso il tutto originale e suggestivo. Soprattutto quest’ultima, a fendere il pubblico in due perfette metà, una sovrastruttura che normlamente avrebbe potuto essere un ostacolo, rivelatasi invece un divertente diversivo in primis per le headliner delle due serate, Lo Stato Sociale ed i Chewingum, che a colpi di applausometri hanno trascinato il pubblico in una gara tra tifoserie.
Ad aprire le danze, venerdì all’ora del tramonto, è stato Mr. Brace. Imbracciata la chitarra, in piedi a metà della passerella, Davide si è tolto dall’empasse del debutto con una cover. “Questa canzone non è mia e perciò lo posso dire: è bellissima.”
Così parte Settembre de I Camillas, che sono lì ad ascoltare l’amico. Tempo pochi versi e i due sono già sul palco, Zagor alla batteria e Ruben sedutogli dietro armato di cembalo, a scandire la loro Settembre. A seguire una manciata di canzoni, di quelle che Brace suona da un po’ e a chiudere Baricentro, durante la quale ognuno di noi rimane “come un’isola“.
A seguire è già il turno di uno dei due “ospiti” torinesi della rassegna: I Due Bugiardi. L’acidità de La Ballata di Collodi irrompe prepotente sul palco, portata da… quattro ragazzi (ma non erano due?). Uno di loro porta un segno di pace: la maglietta più famosa dell’indie, quella dei Chewingum con l’elefante ciclope.
Subito dopo l’Officina della Camomilla sfoggia la sua nuova formazione politicamente corretta: assieme ai maschietti di sempre, Francesco, Claudio e Marco, si aggiungono Anna e Ilaria, una alla chitarra elettrica e l’altra alle tastiere. Ottimo risultato: il suono della band ringrazia e anche noi. C’è anche spazio per ospitare sul palco Lodo che sta collaborando alla produzione della loro prossima uscita targata Garrincha. La canzone è Condominio di merda (non proprio una ballata d’amore, ma di amicizia ce n’è tanta là sopra).
Il sole è ormai tramontato da un po’ quando arriva il momento di Matteo Costa, progetto solista di uno dei patroni di Garrincha. La freschezza dello swing, l’eleganza del sax e l’atmosfera è già più calda.
Nel frattempo il cortile non ha mai smesso di riempirsi ed ora ad aspettare I Camillas c’è una gran bella folla. I due sono dei veterani qui a Torino e il palco grande non fa loro alcuna paura. Io, Carota e Flavia ci facciamo delle grasse risate, tra sketch dissacranti (una polpetta finita in passarella diviene protagonista indiscussa dell’intera performance) e le canzoni irriverenti di sempre. Peccato che alcuni problemi tecnici rendano lo show troppo dispersivo, ma la colpa non è certo dei due “friulani”. In sostanza, però, non c’è spazio per le anticipazioni da Costa Brava, disco nuovo in uscita ad ottobre e di cui Garrincha curerà la distribuzione digitale. Non preoccupatevi: c’era con noi IOSuONOFUORI che qualche anticipazione ai camilli è riuscito a strappargliela (ma io non ve l’ho detto, ok?).
Siamo già giunti al gran finale della prima serata. Quando salgono sul palco i cinque discoli de Lo Stato Sociale, il Cortile della Facoltà di Farmacia è murato di gente e fuori c’è chi non è riuscito ad entrare. Sono cose a cui i bolognesi sono ormai abituati (il gruppo ha superato le 90 date da febbraio) ma per le quali non smettono di stupirsi.
I cinque offrono una performance deliziosa, senza che cali di ritmo nemmeno durante il cabaret di Amore ai tempi dell’Ikea e finendo in bellezza, come da tradizione, con la splendida Cromosomi. Sostenuta e divertente anche la variazione sul tema di Sono Rosi Bindi, catalogo satirico per i cui contenuti vi rimandiamo ad un loro live.
La prima serata di questo Garrincha loves Torino è ormai al termine, non resta che godersi il fresco sulle panchine, sorseggiando una birra accompagnati dalla raffinata selezione musicale di Bebo.
La sera dopo, l’atmosfera è quella della festa: la prima serata è andata alla grande e la cena nel backstage è un tripudio di sorrisi e gente impaziente di salire sul palco.
E allora si parte: apertura questa sera riservata a Francesco Pizzinelli, in arte Jocelyn Pulsar. Il forlivese e la sua chitarra riempono l’ambiente con le sue storie fatte di anni ’80 e di cronache sportive. C’è anche l’occasione perfetta per ospitare sul palco Mattia de L’orso, con cui Francesco duetta in Me lo ricordo: performance non impeccabile ma piaciona al punto giusto. Guardate qua:
Dopo Francesco è la volta di Renzo Picchi, meglio noto come nel dubbio (guai a mettere delle maiuscole!). Si presenta al microfono armato solo di un iPhone ed inizia a suonarlo come una chitarra: sperimentazione curiosa e decisamente suggestiva, che gli permette anche di fare una foto da lassù. Dopodichè anche Renzo guadagna il centro della passerella, si siede ed imbraccia la sua chitarra acustica. Ma non passa molto che si unisce alla performance Roberta con il suo theremin e la dolce voce prestata ai cori. Il risultato è tremendamente suggestivo e si perdonano persino i suoni non impeccabili dell’impianto.
Seguono i Tororospo, seconda band vincitrice del contest “campagna nuovi amici” svoltasi su facebook a luglio. I cinque irrompono sul palco in camice da farmacisti e fanno sfoggio di una energia acerba ma decisamente accattivante.
Ora è la volta di 33 ore, anche lui solo con la semiacustica. Non dev’essere semplice riportare l’ascolto alla solennità creata dai nel dubbio e dissacrata dall’irruenza dei Tororospo, ma Marcello ci riesce e offre una performance vibrante e magnetica: cercatelo live, è un consiglio.
Solennità di cui fa tesoro la band chioggiotta dei manzOni, testi crudi e raffinati recitati, più che cantati, su un repertorio post-rock vibrante e possente. Siamo tutti rapiti, mentre Luigi li decanta e s’indigna ancora, ogni volta di più.
Si è ormai fatta sera, è tempo di alleggerire i toni e chi meglio de L’orso e del loro pop fresco e giovane?! Formazione nuovamente rivisitata, senza più Davide alla tromba, ora ci sono Gaia e Giulio, la prima al violino e alle tastiere, il secondo alla batteria. I quattro probabilmente pagano l’amagama ancora acerba e paiono un po’ impacciati sul grande palco. Soprattutto le interazioni tra Tommaso e Mattia sono laboriose e la fluidità del live non ne guadagna.
A concludere in bellezza una grande serata ci sono i Chewingum, veterani del synt pop. Li conosco da tanto e non li avevo mai visti alle prese con un palco così grande. Con Nilo hanno dato prova della solita freschezza non banale lasciando emergere una maggiore versatilità e ora la questione che mi pongo è una sola: come gestiranno il gran finale? Bè, ho avuto la mia risposta: alla grande. Scanzonati e ammiccanti, non scadono mai nel frivolo, rimangono a fuoco ed oscillano tra l’ironia dissacrante e picchi di ferocia, con magistrale leggerezza. Cresciuti, divertenti e mai banali, con loro Garrincha ha fatto un grande acquisto!
Se pensate che ora finalmente ci siamo andati a riposare, vi sbagliate di grosso. Quel che ha seguito tutto questo è stato un djset famoso in tutta Torino: Avanzi di Balera. Una festa danzante dal sapore vintage, che strizza l’occhio al beat e ai classici del giradischi, e ha riempito fino all’orlo il cortile di coloratissimi ballerini.
Degna conclusione di una due giorni senza tregua, che ci ha visti travolti dal calore e dalla voglia autentica di fare musica (e farla bene) che si respira in casa Garrincha, un non-luogo che all’ombra della Mole ci ha fatti sentire come a casa. Talmente a casa che IOSuONOFUORI si è riempito la borsa di succose cosucce che vi proporrà durante la stagione. Una però l’ha concessa a questo report, per la bellezza dell’occasione e per l’originalità della performance.
Torino, sabato mattina. I balconi di casa Madama Cristina si affacciano su dei cortili splendidi ed ospitano, tra piantine di basilico e biancheria stesa al sole, nel dubbio e Jocelyn Pulsar, in un botta e risposta totalmente unplugged. Godetevelo!
Le foto che trovate qua sono di Flavia Eleonora Tullio, IOSONOPIPO e Luca Leccadito. La diretta del festival è stata interamente postata su instagram, all’account @fotodidlso dalla non-fotografa che ha scritto questo report. Tutte le altre le trovate nell’album facebook di Shaq dedicato all’evento.