Uscirà ufficialmente nei negozi il 28 settembre Bestie, secondo album dei Criminal Jokers. Anticipato dal singolo Fango, uscito a giugno, il disco è stato presentato live in un paio di date a Luglio e poi è sparito dalla circolazione fino ai primi di settembre. Dal 10 al 19 settembre Audioglobe e 42 Records, rispettivamente distributore ed etichetta, hanno svelato su youtube una traccia al giorno, accompagnandoci in un lento percorso di scoperta del progetto.
Rilevante novità del gruppo capitanato da Francesco Motta è il passaggio all’italiano nei testi delle canzoni, metamorfosi che mette in evidenza doti descrittive capaci di notevoli suggestioni da parte del pisano. Spiccano sulle altre Tacchi alti e Occhi Bianchi, dai toni nitidamente cantautorali. Ormai definitivamente cresciuti ed emanciapti da quella vecchia nota biografica che li vedeva non toccare i 60 anni in 3, oggi i Criminal Jokers esplorano sonorità nuove, senza mai lasciare la vena punk rock cui geneticamente appartengono. Spaziando nell’universo musicale degli anni ’80 ed attingendovi tanto dalla new wave quanto dall’indie d’oltreoceano, il disco si bea di ritmiche solide arricchite da sonorità cupe ma non monolitiche. Canzoni spesso prive di ritornello e dalle atmosfere inquietanti, quasi pre apocalittiche (vedere alla voce Cambio la faccia). Ricchezza cromatica che evidentemente trascende quelle che sono le capacità sonore del classico trio e vede il disco beneficiare di notevoli partecipazioni strumentali e canore, da Nada a Wassilij Kropoktin (ora in giro per l’Europa con King of the Opera), da Matteo Dainese (Il Cane) a Mirko Maddaleno (Baby Blue). Trio che anche nella formazione live si è visto costretto ad ampliare le proprie fila, aggiungendo ai 3 maschietti veterani del progetto, Francesco Motta, Francesco Pellegrini e Simone Bettin, la femminea grazia di Alice Motta alle tastiere e al violoncello nonchè ai cori. Disco scritto ed arrangiato dallo stesso Motta, in collaborazione con Manuele Fusaroli il cui tocco risulta quanto mai evidente nella resa sonora di insieme: è un disco che suona meravigliosamente e già dal promo digitale si è impazienti di beneficiare del vinile. La voce dritta in faccia, la tensione tenuta sempre alta dai rullanti quasi marziali, le sonorità cangianti ma mai dirompenti: un disco che va scoperto, che si apprezza di più ad ogni ascolto. E che, pur richiamando, è vero, il punk rock dei fratelloni pisani, se ne distacca sia per le tematiche, ben più intimiste, sia per le sonorità, che tentano, spesso riuscendoci, una sorta di emancipazione dal classico punk rock, prendendo derive a tratti persino psichedeliche. Un disco che è un ottimo preludio all’imminente tour, che partirà il 4 ottobre dal Circolo degli Artisti di Roma e sarà curato, neanche a dirlo, dai livornesi di Locusta Booking. Tour durante il quale, ne sono persuasa, la policromia di questo lavoro verrà degnamente esaltata.
Ad ognuno la sua preferita, questa la mia:
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