Il mio primo approccio con il Confusional Quartet─chi vi parla è nato nel 1988─fu un remix di Scuola Furano del brano Guerra in Africa. L’intro di quel brano era affidata a Marinetti e alla sua “Definizione di Futurismo”. Quando Sfera Cubica mi ha detto che il 16 Ottobre il CQ sarebbe tornato con un nuovo disco per Hell Yeah Recordings la mia curiosità è salita alle stelle. Il caso vuole che il primo singolo, Futurefunk, si apra sempre con Filippo Tommaso Marinetti, questa volta con un breve estratto dalla poesia futurista “La battaglia di Tripoli”. Il legame col passato però finisce qui. Il Confusional Quartet di oggi è una nuova band: la musica non più colorata e di plastica, si è fatta più compatta, dai contrasti più netti. Quello che vi presentiamo oggi è il video del primo brano che vede la collaborazione di Sir Bob Cornelius Rifo─BloodyBeetroots.
Così il CQ sul video
«Il video presenta la storia di Gheddafi dal nostro speciale punto di vista italiano (nella prima metà del XX secolo la Libia era colonia italiana).
Dopo la seconda guerra mondiale l’Italia ha mantenuto una relazione privilegiata con la excolonia. Principalmente business, con alti e bassi.
Questo video non vuole esprimere un’opinione particolare, è solo una foto-storia con molti, molti protagonisti.
Vuole parlare di immagine, di iconografia, di come persone e forze esistono secondo l’Opinione Pubblica solo ed esclusivamente attraverso la realizzazione, l’uso, la diffusione di immagini. Nulla è vero, tutto è permesso.
Ci sono le nostre facce stampate qui e là, semplici testimoni di quanto è successo.
Ah, quasi dimenticavamo… La Libia è piena di petrolio…»
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