Passaporto, la rubrica d’illustrazione di DLSO, è arrivata alla sua quarta puntata. Dopo una breve serie di interviste realizzate quest’estate prima di andare in vacanza, abbiamo deciso che l’esperimento era degno di diventare un appuntamento settimanale vero e proprio. Per una serie svariata di motivazioni: 1) ci piacciono terribilmente i disegnini e tutte quelle robe lì che fanno i bambini per poter desistere dal parlarne con una certa frequenza; 2) ci sono parecchi nomi bravi sparsi per lo stivale, noti e meno noti, con cui ci farebbe piacere scambiare quattro chiacchiere; 3) ho un sacco di domande idiote da fare alla gente che non posso tenere solo per me.
Oggi è la volta di Sarah Mazzetti, illustratrice free-lance che si è formata tra Bologna e Milano nel campo della comunicazione a tutto tondo. Vanta, tra le altre collaborazioni, quelle con Anorak Magazine, Garrincha Dischi e GQ Italy. Insieme a Cristina Spanò e Giulia Sagramola fa parte del collettivo Teiera, mini casa editrice indipendente che pubblica gioiellini dell’editoria fai da te, di cui avrete già sentito parlare perché tanto mini sono sono. Se poi siete uno studente fuori corso del Dams di Bologna avrete sicuramente notato quanto sono belle le locandine del Lomocotiv quando il sabato sera è organizzato dalla crew di A Tropical Clash. Ecco a voi la bravissima illustratrice che realizza tutto ciò:
Se non un’illustratrice, cosa?
Ricercatrice in discipline semiotiche. Ho dato diversi esami di semiotica quando studiavo, e da un certo punto di vista mi sembrava molto simile ai linguaggi in codice che si inventano i bambini per non farsi capire dagli adulti e sentirsi quindi liberi e in qualche modo potenti. Vabbè, pensieri miei, comunque mi sarebbe piaciuto continuare a studiarla.
Cosa ascolti quando: ti alzi felice, fuori piove, cerchi ispirazione.
Quando mi alzo felice: i Passion Pit
Quando fuori piove: se fuori piove e di conseguenza mi sento triste e infelice non ascolto nulla. Cerco conforto in Louis CK o Parks and Ricreation.
Cerchi ispirazione: Koudlam
Io scrivo, tu disegni, prendiamo un terzo fesso. Cosa fa lui e cosa facciamo tutti insieme?
Lui fa il grafico, ed è molto bravo e brillante. Facciamo un racconto in cui narrazione scritta, narrazione visiva e layout seguono una struttura precisa e completamente differente rispetto a quella usuale. Sarà bellissimo!
La locandina musicale che non hai ancora illustrato, tu che ne hai realizzate parecchie.
In realtà mi sono accorta che le locandine vengono meglio quando non so nulla del gruppo/dj che suona, perché riesco a darne un’interpretazione più fresca. Per esempio, a questa domanda inizialmente volevo rispondere i Tune Yards, ma se davvero capitasse rischierei di essere influenzata dall’immaginario visivo che si portano dietro e che mi piace molto, e forse finirei per fare una cosa un po’ scontata.
Vengo a trovarti nella tua città, dove mi porti?
Ti porto in giro a caso per un po’, poi andiamo a mangiare da Tamburini, così vedi anche il mercato dell’alta borghesia bolognese che insieme a Piazza Santo Stefano e la Cineteca di Bologna è uno dei miei posti preferiti nel mondo. Poi se vuoi comprare dischi ti porto al Disco D’Oro, e se proiettano qualcosa che ci piace andiamo al Lumiére. Poi andiamo a mangiare il gelato (tu, io la granita alla mandorla) al Gelatauro, e infine ci dirigiamo verso la zona universitaria, giriamo un po’ e andiamo verso Modo Infoshop, che è una libreria tanto bella e anche un locale in cui le birre costano poco e il succo di mela ancora meno. Ceneremo all’Ortica e se hai voglia e c’è qualcosa di interessante andiamo al Locomotiv. Però tieni presente che è un po’ distante dal centro e io non ho la macchina e tanto meno la patente.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Allora, sono in fase di trasloco nonché ritorno da un viaggio e non ho idea di dove sia la mia macchina fotografica, quindi dovrai accontentarti di una foto scattata con Photo Booth! E’ brutta, però ha quell’atmosfera da porno amatoriale che da’ un certo senso di intimità, secondo me :D
Che belli i colori dei tuoi poster. Come li scegli, come li accosti?
Vado ad intuito, cerco gli accostamenti che ai miei occhi risultano “perfetti”. Ma non è automatico, a volte viene subito, altre fatico molto per trovare la palette che mi soddisfa pienamente (e che non sia una palette che ho già usato molte altre volte, possibilmente). Coltivo anche una certa ossessione per le grafiche est-europee degli anni ’50-’60-’70 di francobolli e scatole di fiammiferi, penso di aver imparato molto sull’accostamento dei colori da quegli oggettini.
Perché i personaggi dei grafici braverimmi come te sono sempre brutti? Che avete contro le fattezze da principessa?
Ahah! Ma io non li vedo brutti! Ho capito quello che intendi, però non ci ho mai pensato molto. La distorsione delle forme mi permette di essere più libera nella composizione, e soprattutto di creare una certa ambiguità anche in un disegno a prima vista molto “facile”. Che poi è quello che mi interessa, fare immagini con diversi livelli di lettura. Questo è il mio modo, ma ci sono illustratori bravissimi che disegnano cose molto ambigue ed enigmatiche usando personaggi dalle fattezze gentili e affascinanti, a ognuno il suo.
Ma tu a scuola la studiavi storia dell’arte o la pisciavi come tutti noi?
Io la studiavo! diciamo che avevo capito che quella roba mi piaceva sicuramente di più delle 15 ore a settimana di economia aziendale che dovevo sorbirmi, quindi non mi pesava neanche tanto. Forse se avessi fatto il liceo artistico mi avrebbe interessata di meno.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa disegni?
Per il disegnino ti ho fatto una gif (quindi una piiiiiiiiccola animazioncina).