di Anita Berni
Ricco il programma della serata di giovedì 6 settembre, organizzata da Damigiano Booking in collaborazione con il Circolo degli Artisti, che ha visto salire sul palco una collezione di acuti, ironici e gustosi artisti della scena indipendente.
Gli HOQUETS (BEL) hanno suonato tantissimo in Europa su e giù per il vecchio continente. Non hanno fatto altrettanto nel nostro paese, con un pizzico di rammarico. Alla luce di questo è davvero una bella soddisfazione vederli in Italia come band di punta “Bravi, uno per uno”. Il trio, un terzo francese, un terzo belga e un terzo americano, suona eccentrici strumenti chiamati appunto “hoquets” (singhiozzi), opere d’artigianato musicale assemblate a mano con legno, corde rotte, lattine e altri materiali. Hanno pubblicato il loro primo album, “Belgotronics”, per Crammed Discs, in Italia distribuito da Materiali Sonori.
Profeti in patria sono stati invece gli EILDENTROEILFUORIEILBOX84 che in questi mesi girano l’Italia per continuare a promuovere il nuovo album “La fine del potere”, un album, un obiettivo. I tre sono cresciuti umanamente e artisticamente nel fertile sottobosco indipendente romano e chiamano il loro genere “Hard-Quore”: nonostante il grande impegno nell’uso delle parole e la gravità degli argomenti trattati nei contenuti dei testi, dal vivo ci troviamo spesso davanti a tre giullari che ballano, sudano, si divertono e si prendono in giro assieme al pubblico.
Scelta sicuramente non casuale quella di presentare durante la serata un’altra gloria indigena: si chiamano INDIE BOYS ARE FOR HOT GIRS che hanno alle spalle date all’estero, chiome folte, ossa rotte sui palchi di contest lungo tutto lo stivale, due Ep ed un labor limae durato due anni prima di ultimare il loro “Into Uncosciousness”, album autoprodotto uscito una manciata di mesi fa.
Semplicemente di altra natura invece i due progetti solisti che hanno aperto la serata. Con GIOVANNI TRUPPI, qui accompagnato da Fabio Rondani dei Calibro 35, si spazia dal rock alla tradizione italiana anni ‘50, dal jazz anni ‘30 alla grande stagione cantautorale degli anni ‘60 e ‘70, con una leggerezza e un’intelligenza che ci ricordano quell’attitudine che ha spesso accompagnato le produzioni d’oltreoceano. Durante il live ha presentato alcuni brani che faranno parte del suo nuovo album, in uscita a gennaio, “Il mondo è come te lo metti in testa”.
Difficile è stato non cedere alle intuizioni gainsburiane solenni de LINCOMPRESO, di ritorno dal busker tour che per tutto agosto lo ha visto suonare in giro per l’Italia. Padre d’un progetto che si è fregiato di definire facile all’incomprensione ha pubblicato lo scorso inverno un abum fatto di 12 canzoni di non amore: “Voglio essere come te!”. In barba a qualsiasi premeditazione Lincompreso suona per cogliere a pieno la sorpresa che nasce quando si combinano insieme musica, ignari spettatori e luoghi assolutamente non convenzionali.
DB festeggia così il suo primo anno di attività.