Tornano quelle interviste un po’ da nerd, ma che ci rendono parecchio felici: dopo Machweo e Go Dugong, Life & Limb e Luminodisco, è il turno dei Planet Soap e Jolly Mare.
PS: Partiamo noi con la domanda classica, chi è Jolly Mare, la sua storia musicale e non (se ti va)
JM: Jolly Mare è una idea di Stefano, mio fratello minore, nata al tavolo di un bar un’annetto fa; cercavamo un nome per un progetto nuovo, è saltato fuori con questo nome bizzarro, siamo scoppiati a ridere e da lì è cominciato tutto.
Io smanetto da sempre con la musica senza troppa convinzione. L’ho sempre vista come qualcosa di troppo alto, irraggiungibile, e non mi sono mai sentito veramente in grado di poterla fare seriamente, se non fino a poco tempo fa. Di conseguenza l’ho sempre vissuta come un gioco. Ad undici anni prendevo lezioni di chitarra, suonavo bossa nova e latin jazz, ero l’orgoglio del mio maestro, e poi quando è arrivato il momento della teoria e del solfeggio ho mollato tutto. Qualche anno dopo è stata la volta del basso elettrico, stessa storia davanti allo spartito, avevo come un rifiuto. Gli scratch ed il turntablism sono arrivati quando per la laurea mi hanno regalato una coppia di technics 1200 e da lì è stato un crescendo di studio, di lotte e di conquiste. In tutto questo, ho da sempre passato e comprato dischi di qualsiasi genere, a volte anche in maniera compulsiva.
JM: Veniamo a noi: chi sono i Planet Soap, ed a cosa dovete il vostro nome. Io ho preso il nome da un mercato del pesce. Voi? Chi siete? Da quale pianeta arrivate?
Fede PS: Planet Soap è un progetto nato nel 2009 da un’ idea mia e del mio socio di allora Filippo Papetti. Planet Soap nasceva con l’idea di fare dei beat-tape sulla scia del capolavoro “Donuts” di J Dilla.
Ci sentivamo praticamente tutti i giorni tramite IL “social network” di quegli anni, msn, e siccome musicalmente ci piacevano praticamente le stesse cose avevamo deciso di iniziare questo progetto. Inizialmente Planet Soap era un pianeta che incontrava lungo la sua ellisse Milano e Ravenna.
Con Filippo abbiamo chiuso un beat-tape uscito in free download per il blog americano Bama Love Soul, abbiamo suonato a Bologna con James Pants (Dio) e Katzuma (Deda) ma pian piano, causa soprattutto la distanza a mio avviso, Planet Soap è diventato un progetto praticamente tutto mio.
JM: E Luca? A che punto è entrato nella storia?
Fede PS: Dicevo appunto, tutto mio fino a quando nell’ufficio dove lavoro è atterrato il NERD Luca che a quel tempo si occupava di techno e derivati ed è stato attratto dalla forza di gravità del Pianeta Sapone.
Musicalmente Luca è un mostro, anche lui come te, non ha mai aperto uno spartito ma ha un orecchio assoluto assurdo.
Invece io, arrivando dall’ hip hop e dall’uso massiccio di samples, sento di avere un attitudine sicuramente meno musicale ma ho quel pizzico di groove in più, specie nella costruzione delle drums dei nostri pezzi.
Abbiamo così unito le forze e, dato che il Pianeta Sapone aveva attratto la sua navicella e li si trovava bene, Luca è rimasto e allora è effettivamente iniziato tutto.
JM: Ah quindi siete colleghi di lavoro?
Fede PS: Eravamo…il lavoro, soprattutto al momento, non ha una forza di gravità pari al Pianeta Sapone.
Io lavoro ancora li, Luca si è dovuto spostare verso altri lidi.
Fede PS: Mi hai dato uno spunto per una domanda al volo. Sei un feticista del vinile o collezioni di tutto compresi cd, musicassette e stereo8?
JM: Beh si lo sono. C’è chi sostiene che l’opera d’arte più completa sia quella cinematografica perché in sé ne racchiude tante altre: la scrittura, la regia, la musica. Per me l’opera completa è il disco in vinile: è un quadro parlante, è molto più di un semplice supporto audio, e soprattutto dice molto ma non tutto, lascia spazio all’interpretazione. I dischi buoni spesso li riconosci dall’odore, dalla qualità del cartone, da quanto è ingiallito. C’è dentro una magia che niente altro riesce a darmi.
JM: Mi dicevi che il pianeta sapone è nato sulla scia dei beats di Dilla e dalla cultura hip hop. Ascoltando le vostre produzioni attuali percepisco che sono molto differenti dagli esordi. Cosa è cambiato da allora?
Fede PS: Per quanto riguarda il mio modo di produrre non è variato molto nel tempo. Il modo in cui costruisco i beats e campiono è sempre lo stesso; le due cose principali che sono cambiate sono state l’arrivo di Luca che ha portato molta più elettronica all’interno dei brani con conseguente diminuzione (o annullamento in qualche caso) dell’uso dei samples.
Come seconda cosa, dato che sono passati un bel po’ di anni dall’inizio in cui lavoravo con l’akai s-900 e ascoltavo quasi esclusivamente hip hop, ho cambiato/modificato/allargato i miei ascolti.
Nello stesso tempo la musica e le stesse produzioni hip hop si sono evolute, tuttora i beats cambiano nome molto spesso…wonky, trap, trill… ma fondamentalmente l’attitudine è hip hop… io vedo tutto come un post-Donuts.
Luca PS: Io principalmente vengo dal prog-rock, dall’elettronica newage e dall’ambient/techno anni 90, musica che ascoltavo da bambino, rubata al mio vecchio, ho avuto poi il mio periodo di Hip Hop a 360 gradi, scrivevo, rappavo e facendo electric-boogie ho iniziato ad ascoltare un’ elettronica più asciutta. Da li è stato un lampo, ho iniziato ad apprezzare sonorità essenziali come synth monofonici che mi hanno tenuto in ostaggio fino a.. bhe anche oggi faccio fatica a non adorarli e usarli..(risata)
Successivamente il primo disco con Fede mi ha riportato all’hip hop in un modo che non ricordavo così piacevole… è stato un flash per una nuova volta, da lì abbiamo iniziato a intenderci e col tempo abbiamo sviluppato un’ evoluzione perfetta.
All’inizio poi facevamo metà pezzo steso da Fede e la seconda metà steso da me cambiando tutto, aggiungendo synth e melodie completamente diverse, sembravano film di Lynch. (risata)
Tra i nostri dischi e i remix usciti invece si sente un passaggio morbidissimo, fino a Velvet HE1, culmine dei nostri gusti personali, da lì abbiamo deciso di ripartire da zero (n’artra volta).
Fede PS: Prima hai parlato del vinile come un’opera d’arte, addirittura meglio di un’ opera cinematografica e sono d’accordissimo. Allo stesso tempo alcuni dei tuoi brani starebbero benissimo nella colonna sonora di un film, azzardo uno qualsiasi di tarantino. Ci sono effettivamente dei lungometraggi che ti hanno ispirato nella produzione?
JM: sinceramente no, almeno non in maniera diretta. Sono un appassionato di musica blaxploitation e di colonne sonore di film italiani fra metà dei sessanta ed i primi ottanta. Qualcuno dice che alcuni dei miei pezzi potrebbero essere la colonna sonora perfetta per un film porno, e riascoltandoli non riesco proprio a dargli torto! Spesso compongo cercando di descrivere uno stato d’animo specifico, un po’ come accade nelle colonne sonore; forse il nesso sta in questo.
JM: Si parla di ispirazione, quindi mi sembra logico rigirarti la domanda per sapere da cosa o chi traete la vostra ispirazione. Un disco della vostra collezione? un tramonto? Un nuovo controller midi appena arrivato in studio?
Fede PS: Per quanto mi riguarda ho sempre avuto i miei produttori di riferimento, quando mi fissavo/fisso su un beatmaker o un dj lo studio praticamente in ogni dettaglio, comprese le conquiste amorose.
I miei producer di riferimento di sempre sono sicuramente J Dilla, Rza, Shadow, RJD2 e Danger Mouse…Quando avevo 16/18 anni avrei voluto essere nel loro studio per rubargli il sapere.
In secondo luogo, occupandomi molto anche dei dj set Planet Soap, vengo senza dubbio ispirato dai pezzi che decido di suonare; se una canzone mi piace e la suonerei 4 volte nella stessa serata molto probabilmente qualcosa di questo pezzo (anche solo come idea di partenza) ci sarà nelle produzioni future.
Con questo non intendo copiare, penso sia sottointeso, ma piuttosto cercare di riprodurre con il mio stile quel tipo di mood che mi ha esaltato.
Sono poi un amante di film horror, e, in produzioni come l’ep fatto a sei mani con Damscray, “Planet Terror” penso e spero si senta.
Luca PS: Se c’è una cosa per cui vivo è il cinema.. Ogni brano a cui metto mano vedo un film o il suo video musicale, a volte mi ci fisso così tanto che lo compongo solo in funzione dei film che mi faccio :D.
Ogni variazione di ritmica, filtro o passaggio nella mia testa crea un’ immagine e una storia.
La maggior parte dei brani firmati Planet Soap risentono di questo, per fortuna, e vivono di luce propria. Per non parlare dello Sci-Fi collegato al nostro pianeta, alla fine molti nostri brani hanno titoli collegati a film o costellazioni.
Fede PS: Sai benissimo che una delle tue produzioni che più mi piace è shame. In generale mi piace tantissimo come utilizzi le parti vocali. Raccontaci un po’ come lavori in questo senso e, se volessi entrare nel dettaglio, come hai lavorato sulle voci per Shame.
JM: Come ti dicevo sono un turntablist e questo influenza molto il modo in cui tratto le voci. “Shame” è una delle prime cose Jolly Mare, nata in un momento in cui venivano fuori delle buone strumentali ma non conoscevo nessuno a cui farle cantare. Ho caricato sul serato una raccolta di acapella della Motown e variando la velocità, screcciando sul beat cercavo qualcosa che andasse bene sulla base. C’era un pezzo di Eddie Kendricks che come attitudine e metriche ci stava, però era fuori tonalità, quindi l’ho passato in Melodyne per adattarlo e per cambiare alcune linee della voce che non mi convincevano. Già che c’ero in alcune parti ho fatto un po’ di stutter editing. Il risultato è questa voce metallica, innaturale un po’ da trans, che sul pezzo ci sta alla grande!
JM: Andando un po’ più sul tecnico, c’è uno strumento essenziale del quale non potete proprio fare a meno?
Fede PS: Sicuramente nei nostri brani le colonne portanti sono la batteria e il basso. Non penso di aver mai prodotto una canzone senza beat.
Probabilmente nel disco che stiamo preparando con Digi G’Alessio ci sarà una traccia che riuscirà a far muovere la testa senza bisogno della batteria; in ogni caso Digi ha fatto il miracolo e il basso di quella canzone ha un groove che funziona per entrambe le componenti ritmiche.
Parlando di drums, i samples di Roland 808, nelle ultime produzioni non mancano mai; a volte posso usare solo il charly, ma in ogni caso qualcosa di quella drum-machine c’è sempre.
Per la costruzione di alcune linee di basso invece Luca possiede quel gioiellino che è l’MS-10 ma lascio a lui la parola per elogiarne il suono.
Luca PS: Cassa 808 e 909 e tutti i campioni di drum rubati in questi anni, il mio MS, più invecchia e più diventa versatile.. e poi ognuno ha un suo VST.. io senza Sylenth non dormirei la notte. (risata)
Fede PS: Tu invece? Prediligi l’utilizzo di strumenti reali/hardware?
JM: Non ho particolari preferenze, lavoro su un pc assemblato. Quando ho voglia di divertirmi scrivo le parti midi sul laptop e vado a trovare un amico che ha una collezione di synth analogici; programmo tutto, midi out dalla scheda e vai con l’orchestra!
JM: Fino ad adesso abbiamo parlato di produzione ed ispirazioni, ma poi la musica vive nei vostri live e nei dj set. Fra le due opzioni cosa preferite? Raccontatemi un po’ la vostra esperienza on stage.
Fede PS: Sicuramente i live/dj set sono la parte più divertente di tutta la faccenda. Se il pubblico reagisce positivamente ai pezzi che mettiamo e si esalta per me è come ricevere una sorta di scarica di adrenalina.
Al momento non c’è una reale differenza tra live e dj set nelle nostre performance dal vivo, praticamente suoniamo i nostri pezzi miscelandoli con tracce di altri artisti. Io sto dietro alla parte dei mixaggi mentre Luca effetta con il Kaoss Pad e spippola/smanetta tutto ciò che c’è da toccare sui mixer.
Per situazioni live dove ci chiedono di suonare solo 30-40 minuti proponiamo invece solo nostre tracce, piano piano stiamo implementando ableton per arrivare a fare solo ed esclusivamente un live-set come si deve.
Luca PS: I Planet Soap fanno la differenza, sempre. Abbiamo una natura ibrida e viva sul palco perché per noi anche un DJ set qualunque è comunque l’occasione di sperimentare tecniche di effettistica e di intrattenimento, come il KaossPad inserito ritmicamente nelle tracce e gestito sul pezzo o anche solo il looping di una sezione del brano precedente che ritorna cuttata sul pezzo dopo in beatjuggling, così facendo l’intera situazione diventa in realtà un vero e proprio live… la selecta la fa il pubblico perché se si tratta di mettere i dischi abbiamo le nostre novità ma poi il calore ci fa prendere la strada giusta per il pubblico e per divertire anche noi.. io se si trattasse di LIVE vero e proprio, con un minitour e/o minivisual studiato, TUTTA LA VITA sì, però stiamo tenendo in serbo anche questo per occasioni serie, non puoi preparare un live che racconta una storia, che passa da brani studiati non per il dancefloor e proporlo poi il sabato sera nella disco più carica.. nessuno potrà apprezzarlo come si deve… io sono uno molto da festival e da Live, ma per i Planet il live oggi è questo, e mi piace la sfida.. con un Liveset come dico io avrei praticamente la pappa pronta.
Fede PS: La domanda che non può mancare. Red bull music academy NY. Dicci tutto quello che vuoi/ti aspetti/ti è già successo a riguardo.
JM: Mi aspetto una botta di adrenalina che mi tenga sveglio per almeno due anni di fila! Non oso immaginare cosa stiano preparando e la lista dei nomi che verranno coinvolti. Saranno due settimane molto intense nelle quali voglio condividere quello che so, crescere artisticamente e divertirmi. Poi mi hanno detto che farò uno o due dj set li ed al solo pensiero mi vengono i brividi. Per ora non è successo molto perché essendo stato tutto rinviato ad aprile le iniziative che mi coinvolgono sono state un po’ congelate. In compenso però tre settimane fa sono stato a Londra negli studi Red Bull (dove si è svolta l’Academy nel 2010) per registrare una intervista per Raitunes, il programma di Rai Radio 2 condotto da Alessio Bertallot, e devo dire che è stato un ottimo aperitivo.
JM: Domanda classica ma ci vuole. Progetti futuri ai quale state già lavorando o sui quali lavorerete presto.
Fede PS: Come ti ho già accennato prima stiamo lavorando al disco con Digi G’Alessio… Al momento abbiamo chiuso 4 tracce e sono delle mine.
Abbiamo poi un paio di nuove canzoni che usciranno a breve per una compilation della nostra label francese Cascade Records e altre due song per altrettante compilation che non abbiamo ancora chiuso.
Successivamente inizieremo a lavorare ad un nuovo progetto Planet Soap e a un progetto top secret con Jolly Mare… (risata)
JM: Anticipami qualcosa del lavoro con Digi. Di cosa si tratta?
Fede PS: Il lavoro si muoverà tra vari generi…dalla classica trap ai sedicesimi della juke ai synth marci della Rave. Uno dei pezzi già chiusi, “Duh”, è una bomba trap. I TNGHT si chiederanno perché non l’hanno fatta loro…(risata)
Fede PS: Siamo arrivati all’ultima domanda anche se senza ombra di dubbio chiederemo a dlso la possibilità di un’ intervista parte 2. Oltre alla musica hai altre passioni? Fidanzate/amanti? Animali domestici?
JM: La musica occupa gran parte della mia giornata in maniera più o meno diretta. Il tempo libero lo trascorro con Daniela, la mia ragazza, con la quale convivo da poco. Ha un gusto eccellente, e se quello che faccio piace a lei vuol dire che sto andando nella giusta direzione. In futuro ci piacerebbe molto lavorare fianco a fianco per mettere insieme la mia musica ed i suoi visuals, dato è una vj.
Cos’altro… realizzo i miei artwork, dal logo Jolly Mare alla grafica del mio nuovo ep è tutto fatto da me; retaggio di un amore per le arti visive e di un passato da writer.
La vera passione però, più forte di quella per la musica e per l’arte in genere è per i frutti di mare. Ne mangerei a chili, ma cosa dico, a tonnellate! Luminodisco ne sa qualcosa…
JM: Vi faccio anche io l’ultima domanda. Se in un futuro non lontano il pianeta sapone resterà senza energia elettrica, rendendo inutilizzabili tutti i vostri strumenti elettronici, avreste ancora voglia di fare musica, e soprattutto, con cosa la fareste?
Fede PS: Penso e spero che la voglia di fare musica non mi abbandoni mai. In caso non ci fosse più energia elettrica cercheremo nuove fonti pulite che il Pianeta Sapone offre. Se poi non si trovasse niente mi costruirei una chitarra rudimentale e userei il corpo di Luca come drum-machine…(risata)
Luca PS: IO NON VEDO L’ORA!!! per quanto senza polifonia ed effetti il 90% di quello che esce dal mio cervello sarebbe un beeeeeep.. diciamo che il giorno che succederà mi darò alla jungle VERA, iniziando a percuotere ogni superficie, albero noce di cocco etc che posso trovare.. sarebbe un nuovo big bang musicale, e i Planet Soap sarebbero già lì a menarsela inventando la CRAP! (opsss..) fatemi smettere vi prego…
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