I 2 a.m. sono Andrea Maraschi e Andrea Marcellini. Parallel Worlds è il loro secondo EP uscito il 22 ottobre scorso. Esattamente un mese fa. E proprio ad un mese di distanza, gli abbiamo chiesto di raccontarcelo traccia dopo traccia. Un lavoro che ci è piaciuto particolarmente e che ci sentiamo di consigliarvi.
1) Outsider
Quando sembra che tutto possa crollare da un momento all’altro, quando la luce alla fine del tunnel appare distante, quando ti senti paralizzato, pensando che i fantasmi e le paure siano le catene che ti terranno fermo per sempre… È questo il momento in cui ti aggrappi alle sole cose che ti appartengono veramente. E questo il momento migliore per guardarsi dentro, nei bassifondi della propria anima. Per conoscersi veramente. E si riparte.
Le persone hanno paura del buio interiore e non hanno il coraggio di addentrarcisi. Ma la forza per entrare nella “cantina della nostra anima”, accendere la luce e vedere che oltre alle ragnatele e a i topi, ci sono tante prelibatezze da sfruttare, è solo dentro di noi.
2) Axl’s song
Ho iniziato a scrivere il brano il pomeriggio del 6 dicembre 2011, quando dopo un lungo intervento, è stato diagnosticato un tumore maligno al mio cane e compagno di vita Axl. Capii che di lì a poco se ne sarebbe andato, e con lui una parte di me. Ma la canzone non vuole essere triste (“that’s not a sad goodbye”). Sono una persona particolare e faccio fatica ad aprirmi agli altri. Axl è stato il primo essere vivente che ho amato realmente, in modo disinteressato. Il primo essere vivente al quale ho dato tutto me stesso. Sempre. Ed è stato proprio lui ad avermi insegnato questo valore: l’amore disinteressato per le persone e le cose della vita. Saperle apprezzare per quello che sono, saper individuare la loro essenza più pura, nel bene e nel male. Se ora sono una persona migliore, tanto del merito va anche a lui. E chi mi conosce sa di cosa sto parlando.
3) Live from a parallel world
È la canzone che rappresenta il senso del disco. Ci sono mondi paralleli in cui viviamo contemporaneamente…la nostra presunta normalità, la nostra temuta fragilità…un po’ come essere diamanti con tante sfaccettature. Alcune di queste la società le accetta, altre le rigetta. E’ così facile passare dal bianco al nero che spesso nemmeno ce ne accorgiamo. Qui raccontiamo di questo viaggio cosmico senza fine tra le dimensioni del nostro essere.
4) The untold words
Chiusi nella nostra stanza, di notte, spesso esprimiamo il desiderio di un domani migliore. C’è chi prega, chi impreca, chi sogna e basta. Ad ogni modo, non sempre la magia funziona, anzi: spesso vorremmo che la notte non finisse mai, perché il sole metterà a nudo le nostre debolezze. Solo di notte, in fondo, siamo così cinici da palesare il nostro egoismo, e ammettere che le persone a volte sono importanti perché (e finché) ci danno qualcosa. Le “parole non dette” sono proprio queste, le più crude che ci rifiutiamo di confessare al sole, forse perché la nostra anima ha natura di vampiro: si nutre delle nostre emozioni e non le fa uscire alla luce diurna, dove brucerebbero ineluttabilmente.
5) Just for one day
Avevo la melodia del brano da un po’ di tempo, ma non riuscivo a trovare l’ispirazione per il testo. Poi, un pomeriggio d’estate dello scorso anno, la mia fidanzata mi raccontò un aneddoto molto triste e personale. La storia iniziava con lei che, da piccola, stava leggendo un libro intitolato “Solo per un giorno”. Quel pomeriggio si aprii completamente e mi raccontò la sua storia in lacrime. Io me ne tornai a casa e la sera, prima di andare a dormire, capii di amare la mia ragazza veramente. Capii come il nostro rapporto non fosse basato sul narcisismo che guida molte altre relazioni. Eravamo semplicemente noi stessi, nudi e crudi, e andava bene così. Ma questo non interessa a nessuno. Il punto è che dietro a tutto ciò c’è una cosa chiamata consapevolezza, concetto in continua evoluzione, ma che inizia a diventare acquisito solo dopo un lungo percorso – strettamente personale – di analisi interiore. Ci vuole consapevolezza, dunque, ma non tutti sono pronti per andarsela a prendere. Il Dalai Lama dice: “Esistono due giorni dell’anno in cui non si può far niente. Uno si chiama ieri e l’altro domani. Pertanto, oggi è il giorno migliore per amare, crescere, agire e soprattutto vivere”.
6) The magic can’t work
In Matrix, Morpheus ci mette davanti a una scelta. Pillola blu: una vita inconsapevole e, in fin dei conti, sopportabile. Pillola rossa: il mondo vero, così come l’abbiamo plasmato. Quel blu è così suadente, eppure è il rosso a prevalere e renderci schiavi. E quando questa droga ci scorre nel sangue, non c’è dio che possa salvarci, poiché tutto quello che serve è dentro di noi, e nessun altro è artefice del nostro destino più di noi stessi. Ma se qui dove ci troviamo è notte, deve pur albeggiare da qualche parte.