KIAVE ritorna dopo tre anni dal suo ultimo disco ufficiale, tre anni ricchi di musica e collaborazioni, innumerevoli live in giro per tutta Italia e la partecipazione da protagonista a SPIT, fortunato programma sul freestyle di MTV.
“Solo per cambiare il Mondo“ è un album vario che tocca temi differenti, spaziando tra tracce più festaiolie nel classico stile Hip Hop a canzoni e riflessioni profonde che hanno l’intento di dare una scossa all’ascoltatore. I temi trattati sono diversi e pregni di significati profondi e sentiti: il precariato nel mondo dell’arte, l’importanza della propria identità e delle proprie origini, la crisi del nostro Paese in cui un uomo viene valutato in base al reddito e non per quelle che sono le sue vere capacità, il domandarsi se sia veramente necessario desiderare di avere ciò che non si possiede, la voglia di rivoluzionare e rivolzionarsi, il bisogno dopo anni di sacrifici di ottenere qualcosa in cambio dal mondo.
Stefano Nappa lo ha intervistato per noi. L’intervista la trovate anche qui.
Legenda: • Stefano Nappa – Mirko Kiave
•Stai già lavorando a qualcosa di nuovo o ti prendi un periodo di pausa?
-Grazie mille, sono contento che il disco vi sia piaciuto. Al momento sono immerso nella promozione e nel Tour, ma già sto raccogliendo idee nuove: “Never stop”!
•Una domanda prima di cominciare tutto… Quando e come hai conosciuto per la prima volta l’hip-hop? Qual è stato il primo disco che hai comprato?
-Ho conosciuto l’Hip Hop da giovane, avevo 16 anni, a Cosenza che godeva di una forte scena che spaziava attraverso tutte e 4 le discipline. Il primo disco, anzi la prima cassetta fu quella dei “Sangue Misto”, da li in poi, vi lascio immaginare…
•Vorrei poter ascoltare un po’ di musica insieme a te, ti va? Metto su un disco e, ti faccio una domanda ok ?
MIGLIORI COLORI – DESTINO
•Prima di questo ci sono state molte collaborazioni e partecipazioni tra cui quella su “Salviamo il Salvabile” di Turi, ma questo forse è stato il primo progetto che ti ha visto protagonista dall’inizio alla fine ed eri comunque presente sul palco di ogni Jam che ti capitava a tiro. Come ti sei sentito durante la registrazione di questo progetto? Com’è nata l’amicizia con Dj Impro e Negré? Le rime sono devastanti come al solito, qui il tuo tono sembra completamente diverso da quello attuale e volevo ascoltare anche Artifacts – Wrong Side Of Da Tracks, che ne pensi? Dimmi tu quando stoppare.
-Ho conosciuto Franco e Dj Impro ad una jam romana nel 1999, eravamo tutti e tre dei ragazzini infottati con il suono del secondo pezzo che hai messo, tipo Artifacts, uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, anche adesso. Il nostro collegamento era Turi, calabro come me, ma che abitava a Viterbo, città di Impro e Franco, da lì, e dai gusti simili sono nati una serie di progetti, tra cui la cassettina di cui hai citato il pezzo. L’idea dei “Migliori Colori” era quella di chiudersi in casa/studio per un tot. di giorni e sfornare un pezzo al giorno, è stato così sia per “Assassinati da orologi” che per “Rullanti distorti”. Ci siamo divertiti tantissimo, sai, quando ti diverti nel comporre musica, vengono sempre fuori le cose migliori. Poi col tempo ognuno ha preso la sua strada, ma le collaborazioni non mancano, maggiormente fra me e DJ Impro che comunque è uno dei miei migliori amici nella vita.
MIGLIORI COLORI – L’aria è pesante
•Io qui ascolterei tutto il disco, uno dei miei preferiti del 2004, lo comprai sul sito di Vibra e la Bartolini me lo consegnò con estrema precisione per la gioia del mio lettore cd. Primo disco ufficiale del gruppo e quanto lavoro c’è stato dietro? Com’è nato il pezzo con L-Mare e Turi? Qual è il tuo pezzo preferito di questo disco ?
-Non ho un pezzo preferito del disco, ma le collaborazioni erano tutte molto semplici ed estemporanee, Mare passava da Roma in quei giorni, lo abbiamo preso e portato in studio a Viterbo, Turi stava lì ed ha voluto fare una traccia pure lui… zero calcoli, tutto spontaneo e con l’intento di fare della buona musica, cosa che non è affatto cambiata negli anni. Ricordo che ristampammo perché le copie andarono a ruba, fu una grossa soddisfazione per noi. Il mio timbro è molto cambiato col tempo, sia perché sono cresciuto io, sia perché col tempo ho studiato tanto e acquisito molto più musicalità attraverso l’apertura mentale nei confronti dei dischi da ascoltare. Al tempo ascoltavo solo rap, poi ho iniziato ad ascoltare molti altri generi, per fortuna.
Kiave – Allarme
Kiave – Sette Respiri
•La tua voce e questi due progetti, qui disegnano un artista per la prima volta solista ma già maturo e pronto ad esprimere la propria arte in modo costante. Tra le altre cose, qui, esplode tutta la tua cultura e il tuo sapere interno, unendo con le rime tutte le discipline dell’hip-hop. Non posso non citare: il libro Hagakure di Yamamoto Tsunetomo, i sette concetti dell’etica Bushidō «la via del guerriero», il film Ghost Dog del 1999 scritto e diretto da Jim Jarmusch, con Forest Whitaker. Quanto è importante per te leggere, informarti, documentarti in modo dettagliato per la tua conoscenza? Se non sbaglio studi o hai studiato Filosofia? Quando vedi insieme questi due dischi cosa ti salta alla mente, cosa provi oggi? Un episodio che tieni stretto a te come ricordo collegato a questi due dischi ?
-Per me leggere e “studiare”, intesi come informarsi costantemente e cercare di avvicinarsi più possibile all’onniscienza, è fondamentale… importantissimo. Traggo molta ispirazione dai libri, dai film, dall’arte in genere, non solo musicale. Ho studiato filosofia e anche adesso, quando posso, mi piace leggere qua e là cose che non ho studiato all’università. Purtroppo ho sempre meno tempo per leggere, e questo mi pesa molto anche perché “se non trovi il tempo di leggere, non puoi pretendere di avere tempo per scrivere” (Cit.). I ricordi sono tanti, ai tempi facevo due lavori, e fare quei dischi, leggere i contratti discografici, in una città come Cosenza che ancora non mi capiva, per cui ero il cameriere/fonico non il rapper, mi dava un’energia immensa. Era come avere una doppia personalità, come un super eroe che indossa la maschera per non farci riconoscere. Leggevo il contratto nelle pause al lavoro con una mia collega che studiava legge e, le chiedevo delucidazioni, quello mi rendeva diverso da tutti, mi faceva sentire superiore a tutti quei fighetti del cazzo che cercavano di umiliare noi camerieri in preda al loro assurdo senso di superiorità. Io avevo la musica, la mia via di fuga, la mia “spada della rivalsa”, e col tempo, le cose sono cambiate, come tutti possono notare.
Move on up (distanti) feat. Ghemon Ghemon
Qualcosa Cambierà feat. Negré e Kiave
•”Placherò la sete di sapere di una vita, la vista mi sarà restituita,perché mi accecai con due puntine nel giorno in cui vidi che le pupille sembravano due vinili” Nel video chiudi la tua strofa con due vinili in mano, uno è il disco Curtis dove c’è Move on up, stesso titolo del pezzo con Ghemon e il ritornello di qualcosa cambierà è: “il cielo è il limite per chi non lo supererà per me qualcosa cambie, cambierà…” ispirato sicuramente a Sky’s The Limit di Notorious BIG & 112, ma Move on up di Curtis è anche il sample di Touch the sky. Quanto conta per te quel pezzo? Quali sono le influenze della tua anima musicale e come è nato il pezzo e l’amicizia con Ghemon? Come può secondo te un pezzo ispirare tante generazioni, sopratutto molti sound e generi diversi, perché move on up è stata campionata anche da Noora Noor , i The Dynamics, i The Jam, Trickster (CMV’s) e sicuramente altri di cui non conosco l’esistenza…
-È proprio quello che voglio far capire col disco nuovo, un pezzo, una canzone possono cambiare il mondo, la vita di molte persone, io non ho la presunzione di dire che la mia musica possa fare questo effetto o avere questo esito, ma di sicuro so che l’ispirazione che muove la mia penna è proprio questa. Io ho conosciuto Ghemon come uno dei migliori rapper in Italia, ed ora è uno dei miei migliori amici nella vita, Blue Nox è un dono, un qualcosa di cui sarò sempre grato all’Hip Hop e alla musica in generale.
Kiave – Il Tempo Necessario
Blood, Sweat & Tears – I Love You More Than You’ll Ever Know
•Il pezzo dei Blood, Sweat & Tears è sicuramente il bellissimo sample usato per il beat di Deja Vu, stupendo… vorrei chiederti cosa accade in te quando scegli un beat e inizi a scriverci, cosa succede quando “il lupo si sveglia tra grida stridule e il gabbiano gli presta una penna per scrivere”(cit.)? Con questo disco sei entrato nella vita di ogni ascoltatore, hai toccato l’anima e ognuno di loro compreso me si identifica in almeno un brano di questo disco… Qui sembra che parli proprio con il cuore delle persone cercando di far accadere qualcosa. Anche io credo come te che la musica paghi.
-“Dopo un po’ come i comuni con i live”-(cit.) ma sento che dietro questo disco, dietro ogni traccia , c’è un insegnamento, una morale cosa volevi dire al mondo e alle persone con “il tempo necessario”? ho sempre questa impressione nei tuoi pezzi, in ogni brano c’è qualcosa nella tua arte che va’ …oltre. -Le tue domande mi lusingano comunque, grazie. Beh semplicemente cerco di offrire qualcosa alle persone in cui rispecchiarsi, un appiglio quando tutto crolla, delle parole, delle melodie che possano fungere da torcia quando la luce si spegne, e ultimamente vedo che per molti la luce si spegne sempre troppo facilmente. Io ho passato momenti della mia vita pessimi, ad un millimetro dalla soglia che separa la forza dalla disperazione, e lì c’era sempre la musica ad aiutarmi, a darmi la forza, mi ha salvato più di una volta, e cercare di fare lo stesso con la mia di musica, è il mio modo di sdebitarmi con essa.
Kiave e Macro Marco – I.O. Fuori da Ogni Spazio ed Ogni Tempo
Rhetta Hughes – His Happiness
•Anche qui, ascolterei tutto il disco senza un pausa… però penso che tu l’abbia già digerito più volte, quindi, mi fermo su I.O. e ti chiedo com’è nato il progetto? com’è il tuo rapporto con Macro? quando hai scritto il brano e cosa hai pensato dopo aver ascoltato il beat di macro, composto sul bellissimo sample di Rhetta Hughes? apro una parentesi… che bell’omaggio che ha fatto macro con quel beat e del video ne vogliamo parlare?? quando l’hai visto finito che hai provato?
-Il mio rapporto lavorativo/amicizia con Macro nasce verso il 1997, quindi è tanto, siamo amici da una vita e abbiamo iniziato a condividere la stessa passione da giovani, quindi, siamo legati sotto vari punti di vista. Poi per me lui è un artista a 360 gradi, da quando faceva il rap, a quando sta sui giradischi, ma anche quando si occupa dei nostri dischi, dato che lui è il nostro produttore discografico adesso. I.O. è nato un giorno in autobus, mi ha ispirato un pezzo (graffito) per strada. Quel giorno pioveva, era tutto scuro, e quando Roma è scura a livello climatico, sa esserlo anche a livello emotivo, ma quel pezzo era un’esplosione di colore, e ho cercato di mettere in rima la mia idea che l’Hip Hop vuol dire gridare al mondo che “IO ESISTO”, “IO SONO QUI” e voglio avere voce in capitolo, voglio essere ascoltato. Questo è il nome con cui la strada mi ha ribattezzato, e lo dipingo sul grigiore, lo scrivo nei testi, lo faccio gridare al pavimento quando ballo o alle puntine quando sto sui giradischi, ecco, volevo dire proprio questo, spero di esserci riuscito.
Kiave – 11 Storie
•Parlami tu di questo pezzo e del video, io, premerei il tasto repeat più volte… magari chiudi gli occhi mentre lo ascoltiamo.
-Ho provato a scrivere con gli occhi chiusi ma questo è stato il risultato: hdqHEBIUHIUVBEHjfuvhbu4nhic iorvt43nu sdxcfvghbk, meglio se li riapro (sorride). Beh in questo pezzo io ho fatto poco, ho solo messo in rima le storie di alcuni miei amici dotati di un talento sovrumano, un dono assurdo, ma che vivendo in un posto come questo, sono costretti a fare un altro lavoro per arrivare a fine mese, e questa cosa mi fa rabbia perché se andiamo a cercare nelle altre nazioni, anche solo quelle europee, tutto ciò non accade, c’è rispetto ed amore per l’arte, non voglia di saccheggiarla e cercare di guadagnare su di essa. L’Italia dovrebbe vergognarsi per quanti talenti spreca al suo interno.
•L’ultima domanda, volevo chiedere anche a te un Essentials, una foto dei tuo oggetti che per te sono essenziali, da un disco ad un iphone, mac, microfono, cappello, apribottiglie, penna usb eccc…Cos’è l’essenziale per KIAVE? Mi basta poco, un foglio, una penna, uno splif se si può, l’amore della mia gente e il sorriso di qualche estraneo, il resto vien da sé.
•Ti ringrazio per questa bellissima intervista.
-Grazie a te, è stato un piacere.