Craig David a noi piace ricordarlo con la barba stilizzata da mandrillo, i capelli acconciati come broccoletti di bruxelles e l’abbigliamento da ragazzo della porta accanto, mentre canta delle sue trombatelle lungo ritmi 2-steps maledettamente giusti. Oggi Craig è solo uno che ha la faccia che avrebbe Drake se non avesse la sindrome occhi di squalo e che non fa più un piffero in giro perché le sue cartucce se l’è già belle che sparate. Ma a noi resta il dolce ricordo grazie a rubini come Fill Me In.
Era il 2001 quando il brano in questione fu rilasciato come singolo di debutto per Craig, prodotto in maniera cosmica da Mark Hill, al tempo metà degli Artful Dodgers (*), gesù cristi della 2-steps. Il connubio mandò in visibilio le trasmissioni Top of the Pops di mezzo mondo, e il sottoscritto passava i pomeriggi a pomparsela col Media Player del Windows Me studiando gli effetti grafici che meglio s’adattassero alle peculiarità sonore del brano.
Durante l’ultima settimana Fill Me In è tornata a splendere grazie a due paladini che si son messi lì e l’hanno riadattata alle correnti contemporanee nate proprio da una costola di quell’avventura garage vissuta dagli Uk ad inizio millennio. Il primo re-edit è di Ryan Hemsworth, producer canadese sensibile e probabilmente xanax-dipendente, che sceglie di trasformare il galoppante groove di Mark Hill in un ibrido a metà tra i The Cranberries e Nicki Minaj, con una grassa bassline, hi hat in loop e le strings originali deformate come il filo di un telefono masticato da Dolores O’Riordan.
Il secondo è a cura di Sango, talento riflessivo ed enigmatico dai sentimenti puri, così come c’immaginiamo tutti gli artisti dell’etichetta Soulection. il giovane artista di Seattle basa tutto attorno freddi kick & snares, hi hat e synth come soffi, salvo poi mescolare tutto per ottenere un beat che scalda il cuore.
In entrambe le versioni i vocal originali rimangono per lo più intatti e a noi non resta che alternare i piccoli momenti karaoke tra l’uno e l’altro re-work, a seconda poi degli stati d’animo.
Intanto il Craig David di oggi è lì a disintossicarsi dagli stereoidi, credo. Torna Craig!
* Toh proprio nelle ultime ore i Disclosure c’hanno sganciato un remix per gli Artful Dodgers da spalmarsi le mani lungo i fianchi: