Carlo lo ricordo per le strade di Parigi mentre fotografa quello che a tutti gli altri sfugge. Particolari di un insieme altrimenti banale. Qualche anno dopo lo ritrovo bravo illustratore e artista grafico che si cimenta in elaborazioni composite e ordinate da cui emergono e si mescolano più fonti d’ispirazione: ci sono la fede, la speranza e la carità. C’è il caos e c’è lo stomaco. Carlo in verità fa di cognome Miele, ma ha scelto questo cambiamento perché dice che se sostituisci la sola iniziale di una parola, questa può assumere significati completamente diversi, alle volte opposti, con una modifica così piccola. I suoi lavori sono esattamente come il suo nome: il miele e il fiele, a seconda del sapore che hai in bocca te che li guardi.
Com’è la tua vita in questo momento? Raccontami tutti questi anni in cui ci siamo persi di vista.
Se prendessi una tavoletta di legno e cominciassi a martellarci su dei chiodi (facciamo 5) i quali corrisponderebbero ai vertici di una figura indefinita, vorrei che il perimetro di questa non fosse di spago, né di fil di ferro. Semplicemente vorrei che fosse un elastico. Si, uno di quelli gialli con cui non puoi legare i capelli perché farebbe male, ma che serve a chiudere i pacchi di pasta, a giocarci da bambino. Ecco, vorrei che il perimetro della mia vita fosse “elastico” per contenere e lasciar uscire senza grossi turbamenti tutto quello che il caso (o il caso di nome “me stesso”) ritenga giusto.
Ma mi rendo conto solo adesso che la domanda a cui rispondere non è “come vorresti fosse la tua vita?” ma “com’è la tua vita in questo momento?”, quindi, a questo punto, risulta semplice rispondere: La mia vita in questo momento? Una tavoletta di legno con sopra affissi dei chiodi (5), corrispondenti ai vertici di una figura indefinita, il cui perimetro è di spago, o, che so, di fil di ferro.
In quanto a te, cara Irene Papa, c’è un lungo caffè (e non un caffè lungo) che ci aspetta :) .
Se potessi disegnare il mondo da capo, di che colori lo faresti?
Diciamo che non ristabilirei una cartella colore, l’implementerei delle cose e dei colori che ancora oggi non vedo.
Entri in una stanza dove ci sono tre donne. Chi ti colpisce per prima?
Lei. La più vecchia, quella col cappello giallo e i capelli raccolti in una bassa cipolla, la gonna scozzese e i gambaletti in vista, gli occhi e la bocca stretti dal sole e con l’odore del ragù nel cappotto.
Dimmi qualcosa che nessuno sa di te.
Se la dicessi la saprebbero tutti e non esisterebbe più, diventerebbe la cosa che pensavo nessuno sapesse e che tutti poi sapranno. Comunque strappo unghie e pelli dai piedi e le lascio cadere delicatamente dietro al letto.
(Alle volte anche le polpette).
Da cosa è stato influenzato il tuo immaginario?
Beh, sicuramente da tutto quello dal quale sono sempre fuggito (e che forse mi ha sempre inconsciamente condizionato): la schematicità, il rigore analitico e scientifico, l’iconografia classica e quella cattolica, il sacro, il profano, gli studi alchemici, le misteriose rappresentazioni medioevali, l’anatomia umana ed animale. Quella serie infinita di cose che ha posto l’uomo di fronte a delle domande.
Lo studio.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Tra dieci anni, al tuo fianco. Io sicuramente avrò un Golden Retriever.
Non sono per la marca, così come non sono per il cane di marca. Se potessi domani andrei al canile e prenderei il più brutto. Uno di quelli senza collo, la testa piccola e i denti di sotto sporgenti, le zampe tozze, il corpo da Wurstel e di 13mila colori.
Brutto e simpatico, è così che lo vorrei.
Non importa che sia maschio e femmina, si chiamerà TERESINA 2 e non sarà per vendetta, ma per profondo, profondissimo affetto.
Hai il potere dell’invisibilità per 24 ore. Cosa fai?
Entro in casa degli sconosciuti e apro tutti i cassetti e non solo quelli dei bagni (unico posto in cui posso sentirmi invisibile e farlo tranquillamente). La verità è che mi incuriosiscono molto le vite degli altri e guardare nei loro cassetti potrebbe essere (e forse è) un modo per entrare in delle porzioni di spazio e tempo a noi sconosciuti.
Le mancate scissioni generano:
Inizio, fine e mai compiuto.
Un cerchio che perde perimetro nel compiersi lasciando visibili agli occhi solo l’inizio e la fine di questo. L’ incontro fra i due.
L’avvento di una nascita protesa verso il suo finire.
Vita non vissuta.
Due porzioni di tempo lontane e distinte che spesso rischiano di essere figlie di uno stesso momento.
Fuori e dentro.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni? Puoi anche declinare Shaq in tema natalizio.