Quanto può essere sottile il confine tra le arti, tra musica ed immagini strettamente correlate. Può la musica integrarsi perfettamente con l’aspetto visuale dell’arte, sia essa espressa sotto forma di cinema o di proiezione live?
Il lavoro di Crono, si muove su questa linea immaginaria di una meta-arte costruita partendo da forme differenti eppure mai così simili; prendendo come riferimento il Palazzo D’Inverno residenza dello Zar, costruita dall’architetto Italiano Francesco Bartolomeo Rastrelli, il dj/vj distribuito da Kompakt, costruisce un brano dai synth arpeggiati e dai toni misteriosi, riuscendo a creare un’ atmosfera da viaggio enigmatico che omaggia al contempo il cinema russo di Aleksandr Nikolaevič Sokurov.
Completano il lavoro l’eterea side track “Doppio Sogno“ ed in remix futuristici di Fairmont e Clement Meyer; qui il riferimento non è più all’arte visuale, bensì alla letteratura e all’opera omonima di Arthur Schnitzler da cui Kubrick trasse spunto per il suo ultimo capolavoro Eyes Wide Shut. Arte che cita l’arte.
Crono riesce con il suo lavoro a restituire una dignità piena al ruolo della musica, non più merce di scambio e fonte di mero guadagno, quanto arte a più livelli capace di arricchire non solo emozionalmente ma anche culturalmente colui che ascolta.
Se vuoi essere certo di non sbagliare artista per questo 2013, ti conviene segnare il nome di Crono.