ROAD TO NOWHERE. Che parti ieri in mezzo alla neve e ti ritrovi a Molfetta alle 6.30 a guardare un ufo.
Un ufo senza vergogna, luci accese anche di giorno e bassa quota. E grandi evoluzioni. Proprio svergognato come ufo. E non sai bene dove stai andando, ma sai come al solito il motivo. Non stai scappando, stai andando a fare la tua parte. Siamo in due stavolta, sono con Renzo. Alle 21.21 siamo all’altezza di Pescara, succedono cose particolari, ancora. Conta solo arrivare a destinazione. Arriviamo intorno alla mezzanotte a casa di Carna, già leader dei Barbacans, che ci ospita a Fano. Si parla del più e del meno, del Messico, dell’estero, si scappa con la testa dall’Italia. Arriva Michela con una bottiglia di vino con Ale dei Soviet Soviet, arriva Guagno dei Brothers in Law.
Vorrei andare domani a trovare Enzo “Polaroid” Baruffaldi, magari domani, ma oggi conta solo Fano. Il concetto è che non siamo degli irresponsabili presi male, abbiamo solo fatto delle scelte diverse. Vogliamo a tutti i costi farcela, farcela diversamente. Andiamo a letto, almeno ci proviamo.
Oggi siamo in studio, allo Studio Waves di Paolo Rossi a Pesaro, dove tutto è possibile. Ci sono le chitarre dei Sovietici da registrare, ci sono le prese da sentire. Il lavoro sta venendo una bomba totale. Zero dubbi. Si lavora su testi, ipotetici titoli. Si mangiano pizze e gelati. Pesaro non è solo cucine e Carlton Myers. I wanna move. I wanna go. I wanna stay.
I WANNA STAY.