Come il sempiterno loop della tradizione televisiva italiana si stia ormai schiantando in un baratro senza fondo.
Il pezzo potrebbe già terminare così, con il titolo: c´è già tutto, dalla parvenza di tradizione al suo inesorabile declino. L´entertainment di Sanremo non funziona, vuoi per colpa delle novità non-sense come due canzone ad artista o per colpa di quella che, oltre ad essere una parola agghiacciante, è anche una tendenza che inesorabile porta alla distruzione del mondo. Non stiamo parlando della profezia di Malachia (leggasi link a http://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_di_Malachia), ma del “giovanilismo”.
Premettiamo, non abbiamo visto interamente tutta la puntata ma ne abbiamo visto a sufficienza per potercene lamentare. Perché? Questi i 7 motivi per cui invochiamo a gran voce un´infibulazione ai testicoli
1) Il linguaggio
Il fatto che più che 45enni puntino alla risata dicendo “trombare” e “culo” non fa ridere, è alquanto triste e ridicolo allo stesso tempo. Viene quasi da rimpiangere la conduzione di Pippo Baudo.
2) I comici: Littizzetto e Crozza
I comici a Sanremo non funzionano. La Littizzetto funziona già a stento negli ultimi 15 minuti di <>, autocitandosi in loop da 15 (?) anni a questa parte. Figuriamoci in una diretta di più di 4 ore. Stessa cosa per Crozza: se avevamo tanto odiato il monologo di Celentano, prolisso, inutile, straziante che regalava pero´qualche motivodi LOL tipo l´ingresso in stile Kabul martoriata (in faccia alla crisi) o la Canalis nei panni dell´Italia martoriata, Crozza invece risulta proprio insopportabile. Un´ora di gag politiche, sempre quelle e altre cose che abbiamo perso ringraziando il salvifico buffering. Perché la visione in streaming a volte salva la vita.
3) Gli outfit
Non è solo il Festival della crisi (mancano merletti, opulenza, abiti lunghi), ma anche della mancanza di buon gusto. Per darvi un´idea, quel pulciaro di Silvestri si aggiudica il premio di “Persona in gara vestita meglio”. Il peggiore outfit se lo aggiudica (chi?) Simona Molinari (chi??) con un look da giostraia di prima categoria. Prego ammirare la foto.
4) Il cast wtf?
Più di una volta ci siamo ritrovati a dire “Chi minchia è?” – “Minchia boh” alla Club Dogo. Non sono bastate le spiegazioni degli spettatori più assidui, le genealogie fatte tra un sorso di birra e l´altro e la ripetizione in loop di vita, morte e miracoli del cantante di turno. Rivogliamo Al Bano, la pasionaria Oxa, Mino Reitano Zombie.
5) Gli ospiti
Scommettiamo 150 paperdollari che la casalinga di Voghera non sappia chi sia Felix Baumgarten. Per il resto, interventi inutili e ci stiamo ancora chiedendo cosa ci faceva Ilaria D’Amico. Unica presenza sensata di tutto il Festival Toto Cutugno accompagnato dall’ Armata Rossa in una versione praticamente identica de “L’Italiano”.
6) La completa mancanza di elementi di spettacolo
Che gli italiani non siano capaci di produrre programmi di entertainment è un dato di fatto. Pazienza se alcune perle del panorama televisivo (ad esempio Masterchef) diano qualche barlume di speranza: questo Sanremo è triste, noioso, manca totalmente di ritmo. E di figa.
7) Le canzoni in gara
Ce ne ricordassimo una.
E se giovanilismo deve essere per forza, preferiamo questo:
Massimo Accoppa