I Minnie’s sono un gruppo milanese che esiste più o meno da quando non sapevi ancora cosa voleva dire farsi la barba (o la ceretta). Eppure, sarà il recente revival emo, sarà che sto diventando un matusa, ma Ortografia (più o meno la loro decima fatica, tra LP ed EP) suona incredibilmente immediato e fresco, ma allo stesso tempo, maturo.
Ad un primo ascolto, man mano che si prosegue da una traccia all’altra, si ha la sensazione di ascoltare semplicemente “(un gran bel)l’album di un gruppo italiano, cantato in italiano” e che non ci induce a soffermarci troppo sui passaggi, sul genere musicale, sulle sue influenze, a meno di ripetere l’ascolto in maniera più approfondita; cosa che avverà abbastanza in fretta dato che la durata totale è di soli 36 minuti (per il sottoscritto, un altro punto a favore).
È allora che scopriamo molte sfumature, sapientemente bilanciate, come in un piatto della cucina indiana, dove le spezie sono dosate con la funzione di creare un unico sapore che avvolga e riempia il palato, ma senza che una di queste prenda il sopravvento sull’altra. Ecco, Ortografia sorprende perché ti vende sotto banco passaggi emo à la Fine Before You Came (per dire un nome di un altro gruppo italiano che se non conoscete guardate che poi mi arrabbio eh), momenti post-rock degni dei Mogwai (la title-track “Ortografia” ne è un esempio più che lampante), punk-rock e hardcore melodico proveniente dalle radici stesse della band, il tutto con un piglio pop che ti invoglia a cacciare il disco nell’autoradio e a partire per un viaggio per cantarlo a squarciagola.
Insomma, una produzione di tre etichette indipendenti quali To Lose La Track, Fallo Dischi e Neat Is Murder, registrato in presa diretta (e si sente), un disco semplice, che non vuol dire banale, cantato in italiano, in free download + cd/vinile a partire da oggi; un disco che si fa amare ogni ascolto di più. Manca solo un Amaro Lucano, ma quello lo metti tu.
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