Solo dopo aver approfondito per bene il progetto dei CARTAVETRO mi sono spiegato quella particolare sensazione che ascoltando per la prima volta “Here it Comes, Tramontane!” avevo avvertito. Ma andiamo con ordine.
I CRTVR sono genovesi e questo è il loro primo full length, co-prodotto da ben 9 etichette indipendenti (To Lose La Track, Mia Cameretta Records, Under My Bed, Buridda Distro, Dreaming Gorilla Records, QSQDR, Human Feather, Hysm?, TenZenMen) che evidentemente credono molto in questi tre ragazzi.
Dovessimo infilare il disco in un contenitore per poi etichettarlo, non sarebbe compito facile: lo metto nella scatola emo? Lo metto nella scatola psichedelia? O magari in quella post-punk? E qui torniamo al discorso della sensazione di cui sopra. Appena pigio play, partono quelli che sembrerebbero dei cori SARDO/PSICHEDELICI che anticipano chitarroni e urloni emo che ti spettinano più o meno come succede all’omino in copertina. Finita “Workers”, son convinto di aspettarmi un disco emo, magari un po’ imprevedibile e grezzo sì, ma inquadrabile in questo filone: la gigantesca scritta E INVECE. Perché andando avanti c’è molto altro, a partire dal secondo pezzo dove gli urloni da stadio si trasformano in urla da rito esoterico, con la psichedelia che si fa sempre più evidente e che mi ha fatto pensare ai momenti più tribali di gruppi tipo Neurosis e quel basso (di un certo signor Mike Watt) che ti riporta indietro agli albori del post-hardcore dei Fugazi.
Finito di ascoltare tutto l’album si iniziano a percepire le peculiarità dei CRTVTR: c’è tanto impegno in quello che fanno (con impegno intendo senso, scopo) e il loro suono va piacevolmente in contro tendenza con il suoni moderni e patinati facendo trasparire da subito la loro voglia di non adagiarsi su quelli che sarebbero i classici schemi di alcuni generi musicali che magari stanno trovando ultimamente nuova gloria. La loro è musica di esperienza e a testimonianza di ciò a breve uscirà un DVD che raccoglierà il tour che i nostri amici si sono sparati (anche grazie all’aiuto del caro amico crowdfunding) in giro per la Cina per documentarsi, e fare parte, della scena DIY locale.
Ribadiamo il fatto che Mike Watt dei Minutemen ascoltandoli su myspace (myspace era una roba che esisteva ai tempi dei negozi di CD) ha detto loro di voler partecipare al progetto e capiamo che ai CRTVTR non manca la cosa che può davvero distinguerli dalla massa, che poi è la causa di quella strana sensazione di cui parlavo all’inizo: l’autenticità.
crtvtrgotochina.com
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