La Dispute meets De André. “Sì ma che cosa cazzo c’entra una band post-hc ammerregana con uno dei più grandi cantautori italiani?” – mi direte voi. Mo’ voo spiego.
Il Buio (è la terza volta che correggo perché continuo a scrivere BUOI) è un gruppo di Thiene e questo è il loro primo serio full-length, anche se esistono già dal 2009 e dalle prime note della prima traccia di L’Oceano Quieto, devo ammettere, ho pensato: ecco, un altro gruppo clone dei FBYC che viaggia sull’onda del recente successo dell’emo-nostalgia. Per fortuna sono stato smentito dopo tipo pochissimo, ovvero quando è partita la voce: lo spessore dei testi ricorda di sicuro gruppi come i Raein, per rimanere nel panorama hardcore italiano, anche se il modo di cantarli è sicuramente qualcosa che sta a più metà tra lo spoken-word e l’urlone emo; inoltre, la sensazione qui non è di un gruppo che si ritorce in sè stesso, nelle proprie emozioni e basta, bensì di un gruppo che ti sbatte in faccia un continuo manifesto crudo e sprezzante delle proprie esperienze e delle prospettive future.
I La Dispute (che voglio sperare conosciate bene altrimenti rimediate SUBITO ascoltando qui tutto il loro ultimo album) fanno un post-hc unito ad un cantato davvero particolare, un urlato/parlato. È proprio questo l’elemento che hanno in comune con Il Buio, anche se i nostri compaesani uniscono agli arpeggi e alle sfuriate math, tipiche di questo tipo di post-hc proveniente dall’America, un tipo di cantato/raccontato che invece è solo ed esclusivamente appartenente alla nostra storia cantautorale.
Ascoltare un gruppo che riesce ad unire influenze esterofile alla storia della musica italiana, senza far soffocare nessuno dei due aspetti è cosa rara e gratuita. Sì avete capito bene, il disco è in free download quindi almeno per oggi smettiamola di lamentarci di Grillo, dai.