ATTENZIONE: quest’articolo contiene la barzelletta più divertente e d’effetto che io abbia mai sentito. Dunque, anche se siete miopi, dislessici o semplicemente pigri e fancazzisti a morte, vi consiglio caldamente di leggerlo tutto.
Ciao, oggi con un po’ di ritardo vi parlo dei Blue Willa. Ignorate chi siano? Anche io lo ignoravo fino a un mese fa. Ma siamo qui per imparare figate come queste. Dovete stare molto calmi.
I Blue Willa prima si chiamavano Baby Blue─leggi post─ e se la passavano benone, poi, come ogni gruppo dell’etichetta Trovarobato, hanno deciso di cambiare nome. Una mossa azzardata e anche ingenua, che palesa un casino di spontaneità: ORA DOVRANNO RECUPERARE TUTTI I FAN DI FACEBOOK. Sai quanti gruppi con nomi di palta (uno su tutti: gli U2) non ci pensano minimamente a cambiarsi nome? E si tengono stretti tutti i “fan” che in passato hanno cliccato mipiace sotto minaccia? Vi racconto in maniera sintetica la loro storia, un recap veloce degli eventi salienti per fare i fighi, fingendo di sapere tutto sulla next big thing che rappresenterà l’Italia al Primavera Sound 2013. I nostri beniamini pratesi partecipano al Rock Contest nel 2005 (edizione vinta dagli Hacienda. Gli Hacienda. Basta.), poi vincono l’Arezzo Wave nel 2006, convincono Paolo Benvegnù a produrgli un paio di dischi, permutano il vecchio bassista e si pigliano Lorenzo Maffucci aka Mangiacassette, intanto si girano tutta l’Europa nel loro furgoncino e alla fine fanno innamorare Carla Bozulich che decide di produrre il loro nuovo, omonimo album. Non conoscete NEMMENO Carla Bozulich? Io neanche! Ma è famosissima, andate subito a metterci una toppa, diamoci un taglio con Real Time! (A proposito, avete visto “Sepolti in casa: speciale animali”? Ho sudato tutto il tempo.)
I Blue Willa hanno suonato il 14 Febbraio al Circolo degli Artisti, per una serata riuscitissima de La Tua Fottuta Musica Alternativa. Io sono andata a farci una chiacchierata, che si è evoluta poi in un giretto al Despar alla ricerca di rossetti per Serena, la cantante. Questi quattro ragazzi sono pieni di talento, belli, brillanti, alla mano e soprattutto simpaticissimi. Io gli ho voluto un gran bene e approfitto di questa fantastica piattaforma per mandargli dei salutoni e dei bacioni. Ciaooooo
Ah, ps: per incontrare gente del genere dovete venire al prossimo appuntamento con LTFMA. Alle nove precise, il 14 di marzo, vi servono solo 5 euro e un po’ di spazio nell’hard disk.
Ciao ragazzi! Vi aspettano bei giorni di viaggio, ma intanto, cosa avete ascoltato venendo a Roma?
Lorenzo: Mozart, Nevermind, Belle and Sebastien, Beatles, Beck, Bach è che stavamo alla lettera B!!!! Ah, e Pierino e il lupo raccontata da David Bowie.
Se invece ci spostassimo a Prato, la vostra città, cosa ci consigliereste di vedere, fare e mangiare?
Serena: il lampredotto assolutamente! Un intestino tagliuzzato, tutto bello conciato, tipo la trippa, ma senza pomodoro! Bono!
L: per il resto però siamo vegani!!
Mirko: da vedere c’è un misto di fabbriche dismesse e campi e prati… devi guardare assolutamente “Berlinguer ti voglio bene”, è tutto girato su in Toscana da noi.
Serena, com’è per te andare in giro con tutti uomini? Ad esempio, loro non capiranno mai il senso di smarrimento che stai provando adesso, dopo la perdita del beauty case. Non hai mai desiderato una compagna di avventure?
Ti dirò, in realtà i ragazzi hanno imparato a comprendermi e a volte anche ad assecondarmi, anche proprio a livello “ormonale”. Mi fanno sentire coccolata. C’è stato un periodo in cui avrei voluto tantissimo un’altra ragazza nella band, ma la cosa non s’è mai concretizzata e forse infondo è meglio così, ormai ho i miei spazi e mi ci sento bene.
Diteci qualcosa di inedito, qualcosa di divertente che vi è successo e che non avete mai detto nelle interviste.
(cominciano a ridere forte tra loro)
S: ok, la diciamo? vabbè dai diciamola. Eravamo a Fidenza, e sto concerto non cominciava mai. Allora io nel frattempo mi sono dedicata a….
L: diciamo che la Serena s’è messa a degustare tutti i vini presenti nel backstage, ma proprio tutti.
S: e insomma mentre stavo cantando sul palco m’è preso un colpo e sono caduta giù, lunga lunga, all’indietro. Mi sono risvegliata all’ospedale con un occhio nero enorme, e nei giorni dopo ho cantato con gli occhiali a forma di cuore, tutta scena!
Avete girato moltissimo all’estero: ditemi cosa credete che potremmo imparare noi italiani dal resto dell’Europa e viceversa.
L: noi si parla sempre benissimo dell’esperienza in Repubblica Ceca. Sai qual è la differenza sostanziale? Eravamo davanti a gente veramente curiosa e interessata, nessuno sapeva chi fossimo, ogni sera era come ripartire da zero, in una situazione spogliata da tutto questo “hype” che a volte ammanta la scena indie italiana. Lo spaesamento che si crea in una realtà che non è la tua, il sentimento di essere uno straniero nel vero senso della parola è una sensazione non replicabile, ma forse i ragazzi delle band locali di quel posto la pensano diversamente, chissà.
S: c’è anche meno struttura, eravamo selvaggi davvero, dove c’era un palco e una spina si suonava e basta, come un processo molto naturale. Poi il lato selvaggio ovviamente rappresenta anche il rovescio della medaglia: noi in Italia siamo abbastanza comodi e la differenza si sente.
M: però serve ed è bello, è come una scuola di vita, la musica è molto più al centro degli eventi, viene prima di tutto. Ti forma più questo che cento concerti organizzati a puntino a Prato.
Di solito nelle band c’è sempre qualcuno che scombina la pariglia affermando cose pericolose tipo “io ero laureato in legge”. Voi cosa avete da dichiarare?
Graziano: Ahahahaha! Io sono entrato nel gruppo andando alle prove come “amico”… andavo in sala e tenevo il tempo… e alla fine mi hanno preso. Ma in realtà sono un odontotecnico, e lavoro tuttora.
S: Il nostro babbo!
Poster che avevate in cameretta da ragazzini?
G: io ero nichilista e non avevo poster!
M: avevo tutti poster dell’nba, poverino!
L: Eddy Van Halen e Freddie Mercury.
S: Io sono la peggiore mi sa, avevo il faccione di William Wallace che era interpretato da Mel Gibson, e il booklet della cassettina dei Sex Pistols.
Sparatela grossa: chi vorreste vi facesse una cover? E di quale canzone?
M: i Pixies!!
S: i Pixies che rifanno Vent
Se poteste apparire in un film nel ruolo di voi stessi, quale scegliereste?
S: no scusate zitti, qui decido io, però voglio essere Laura Dern in “Cuore Selvaggio”, e in più cantare e suonare nel film le canzoni dei Blue Willa
Con quale band indipendente italiana andate a cena?
All’unisono: andiamo a cena con i Topsy The Great e anche con i Criminal Jokers!
L’intervista sta per finire e le domande si fanno sempre più imbecilli. Siamo il vostro piccione viaggiatore, legateci un messaggio alla zampetta.
S: vorrei che i Sonic Youth si rimettessero insieme perché non li ho mai visti!
Glielo diciamo immediatamente, poi loro ci leggono tutti i giorni.
Per finire, voglio che vi mettiate definitivamente in ridicolo: raccontatemi una barzelletta.
(Serena mi mostra il mignolo): sai cosa ci fanno i cinesi con questo?
No, cosa?
Niente perché è mio!
We ❤ u Blue Willa