Amalia Mora è nata a San Benedetto Del Tronto 31 anni fa. Ha un aspetto pulito e garbato, l’aria di una donna che ha ricevuto un’educazione rigida da bambina poi influenzata dallo spirito disubbidiente della bellissima Bologna, dove si è trasferita durante gli anni universitari per studiare Belle Arti. I suoi disegni hanno il potere di dialogare con l’osservatore, scuotendo ansie nella tua coscienza e disturbando il tuo sonno con incubi surreali. Nel 2011 ha realizzato una bellissima installazione in loco per il Festival del Fumetto Bilbolbul, nella quale ha messo in relazione la luce e il buio, i pieni e i vuoti, le domande e le risposte ipotetiche di una donna col suo bambino, dando vita ad una scacchiera onirica in cui ogni quadrato rivela un’angoscia che non sapevi di avere. ”Cos’hai’?” è la domanda da cui tutto comincia. ”Niente” è la bugia da cui tutto si dispiega.
Se potessi scegliere, a chi faresti scrivere la tua biografia?
Un mio amico o Woody Allen
La passione, oltre il disegno, con cui sei cresciuta.
Lo dico a bassa voce: il canto.
Il lavoro a cui sei più legata.
Un’illustrazione realizzata circa 2 anni fa “7.30 am”
Il difetto che t’appartiene ma che in fondo ti piace.
Se è difetto nemmeno uno. Al masochismo ci sto lavorando.
Sai che abbiamo intervistato in una delle prime puntate di Passaporto anche la tua amica Daniela Tieni? Parlaci del vostro rapporto, di come sono iniziati i vostri progetti comuni.
Io e Daniela ci siamo conosciute di persona circa un anno fa, poco dopo le ho chiesto di iniziare lo scambio di disegni che poi è diventato A silent dialogue. Tutto è nato da un’idea che avevo in mente già da un po’ di tempo, poi incontrando Daniela ho capito che era la persona adatta per iniziare il lavoro, non soltanto per la sua bravura (credo che oggi sia una delle più interessanti illustratrici sulla piazza) ma anche per la sua affidabilità. A silent dialogue è quello che vedi dal blog una serie di disegni legati
imprescindibilmente l’uno all’altro, un gioco di rimandi e associazioni stimolanti. Ho come l’impressione che di progetti ce ne saranno altri, vediamo.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Cosa c’è sul tuo comodino invece?
Psicopatologie delle masse e analisi dell’io (Sigmund Freud)
La ragazza dai capelli strani (David Foster Wallace)
Il disprezzo ( Alberto Moravia)
Storia dell’illustrazione Italiana (Paola Pallottino)
Un fazzoletto
Una lampada Ikea
Un bottone
La dote che avresti voluto ma di cui proprio non ti è stato fatto dono.
La leggerezza, non so però se sia esattamente una dote o se con il tempo si possa acquisire.
Facciamo un gioco: scegli dove collocare temporalmente queste attività, se prima o dopo le 12 a.m. Progettare, realizzare, condividere, prenderti del tempo per te.
Prenderti del tempo per te
Realizzare
12 a.m.
Progettare
Condividere
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?