Sarà l’età o forse solo un periodo, ma da un po’ di tempo a questa parte preferisco ascoltare musica strumentale, suonata e dalle atmosfere soul/jazz. Il terzo album di Bilal, A Love Surreal, capita dunque a fagiolo nel mio player.
Dopo l’esperienza con l’etichetta indipendente Plug Research, e l’album Airtight’s Revenge, il cantante soul di Philadelphia migra alla eOne Music per far uscire il suo ultimo lavoro.
A differenza dell’album precedente, più concettuale, ci troviamo ad un disco più caldo e sensuale (definito così da Bilal stesso) nel quale l’artista ha collaborato a stretto contatto con la band per tirare fuori delle splendide sonorità new soul. Il primo singolo uscito l’11 dicembre 2012 fu l’ottima Back To Love accompagnata successivamente a gennaio dal relativo video.
Sperimentale, classico, jazz, soul, psichedelico, funk, r’n’b, Bilal mescola i generi con la dovuta perizia regalandoci un disco che si muove, nei testi, sul tema dell’amore e, probabilmente, pensato più per un pubblico femminile. Nonostante ciò l’album è apprezzabile anche da un pubblico maschile, specie ora che si avvicina la primavera e a qualcuno nascono le farfalle nello stomaco.
In rete i paragoni tra A Love Surreal e dischi di precedenti musicisti si sprecano; c’è chi percepisce una spruzzata di funk alla Prince, chi le chitarre jazz degli Steely Dan, chi i beat e le allusioni di Notorious BIG, fino ad arrivare a A Love Supreme di Coltrane.
Bilal dichiara, inoltre, di essersi ispirato a Salvador Dalì ed al suo modo di creare arte, cercando di riportare lo stesso metodo nella creazione dell’album. Personalmente non posso far altro che accostare il mio giudizio positivo a quello già dato dalla critica negli States, considerando A Love Surreal un ottimo disco, migliore del precedente e che viaggia diversi livelli sopra a 1st Born Second, disco d’esordio di Bilal che conteneva il singolo Soul Sista.
Bilal Sayeed Oliver si evolve ed evolve allo stesso tempo il suo modo di fare musica seguendo il suo lato artistico più intimo.
– Brarez