WIREFRAME, disco di debutto dei Sixthminor, è stato pubblicato dalla Megaphone Records lo scorso 27 Gennaio. Il disco è disponibile in due supporti: fisico e digitale. Ci sono 100 copie in edizione limitata con l’aggiunta del poster che potete acquistare per 10€ + spese di spedizione qui, mentre, sul sito ufficiale, potete scaricare il disco gratuitamente in modalità pay with a tweet or post. Sempre per gli amanti del digitale, potete supportare la band pagando 4€ per l’album su bandcamp. Li abbiamo sottoposti al discoraccontato®.
PREMESSA:
Tutte le tracce del disco rappresentano pure “sensazioni”/ “emozioni”.
Non vogliamo comunicare qualcosa né ci importa farlo, ecco il perché dell’assenza di testi e parole all’interno dei nostri brani: tutto è affidato alle note e ai suoni e alla libera interpretazione di esse. Amiamo dare spazio all’immaginazione, alle emozioni e alle sensazioni di chi ascolta.
1. ESER
Abbiamo riflettutto a lungo sulla tracklist, sulla successione dei pezzi. Per noi Wireframe è un viaggio, un flusso unico che parte con ESER. E’ sicuramente la traccia più frenetica dell’album. Il nome è stato scelto per via di quel sample destrutturato (quella vocina robotica) che si sente all’inzio e alla fine del pezzo :)
Quando ascolti ESER ti viene voglia di correre, di scappare via, è una traccia che non ha respiro, è quasi a senso unico. La riconduciamo un po’ a quei momenti in cui vuoi fuggire, vuoi evadere da una situazione (negativa) in cui ti trovi o al contrario ti ci vuoi scagliare contro con tutte le tue forze. Ci ha letteralmente massacrato in fase di registrazione perché ha un tempo davvero storto e irregolare e cambi di bpm improvvisi. È probabilmente il brano più ‘rock’ dell’album, in cui gli interventi chitarristici sono molto frequenti e siamo impazziti dal lato ritmico a sperimentare incroci di varie drum machine incastrate con la batteria acustica.
2. BLACKWOOD
Blackwood (insieme anche a Frozen) rappresenta per noi la traccia più ‘completa’ di Wireframe. Come se fosse quasi l’anima del progetto in cui sono incastrate un po’ tutte le nostre contaminazioni musicali, ed è il brano in cui la nostra vena e influenza verso il mondo delle basse frequenze e la dubstep si fa più sentire.
Il pezzo ci ha subito evocato uno scenario quasi naturale, una foresta ‘oscura’ (da cui il nome del brano ) in cui elementi digitali/artificiali, generati dalle basse frequenze, si fondono con lo scenario naturale circostante.
Vi stiamo raccontando anche una piccola anteprima di quello che per noi potrebbe essere il concept del nostro primo videoclip.
È un pezzo molto forte. Abbiamo lavorato molto nel conferire a tutti gli strumenti un sound molto di impatto, soprattutto nella composizione dei synth che hanno un suono molto “FAT”.
Sia le cellule ritmiche che la batteria hanno un suono molto grosso come le stesse chitarre.
3. FROZEN
Frozen è un pezzo che induce alla meditazione, alla calma, alla solitudine.
Sembra di stare quasi su una landa ghiacciata desolata… Le cellule ritmiche richiamano l’influenza di un artista che può essere considerato per noi un maestro dell’elettronica contemporana, Alva Noto.
È stato molto divertente in fase di REC sperimentare e miscelare riverberi di ogni tipo che sono presenti in grandissima quantità sia su chitarre che batterie.
Parti che possono sembrare derivanti da archi, in realtà sono frammenti di accordi di chitarra che attraverso ‘reverse’ e manipolazioni variee, generano dei tappeti sonori che si rincorrono per tutto il brano.
4. ETIF
Etif è la traccia in cui forse più di tutte si evince un contrasto forte tra la nostra anima ‘calma’ e quella ‘aggressiva’. Frammenti ritmici e atmosfere post-rock si abbattono violentemente nella seconda parte del pezzo con una bella carica di noise e wobble violenti.
Nella parte finale, riprendiamo poi un tema abbastanza post-rock, quasi sigurrosiano, in cui un rode viene fatto suonare utilizzando una particolare patch che abbiamo sviluppato con MAX.
Si tratta della generazione di un tema in cui le note seguono una scala melodica e generano randomicamente una melodia. È bello sperimentare e comprendere l’enormità espressiva che può derivare dall’uso di vst e programmazione applicata alla musica attraverso il computer e software come MAX for Live e lo stesso MAX.
Altra cosa interessante è stato sperimentare molto con i cabinet e registrare i suoni da varie casse e amplificatori diversi. Il rode di ETIF ad esempio esce proprio da un amplificatore HIWATT degli anni 70 ed è quello a conferire particolare calore al sound.
5. LAST DAY ON EARTH
Il titolo parla chiaro: “L’ultimo giorno sulla terra”.
È una traccia puramente ambient, priva quasi di ritmica, dal sapore cinematografico, che fa da apertura alla traccia successiva Hexagone. I continui respiri che si fanno sempre più profondi e frequenti e il continuo ‘noise’ che sale pian piano non lascia presagire niente di buono.
Un po’ come la quiete prima della tempesta, con questo brano voglimo trasmettere all’ascoltatore un senso di imminente catastrofe, di ansia, di claustrofobia, di apocalisse…
E il brano in cui abbiamo indossato più i passi di ‘registi’ che come musicisti cercano di indirizzare volutamente l’ascoltatore verso specifiche sensazioni..
D’altronde è anche la colonna sonora del nostro teaser:
6. HEXAGONE
Qui abbiamo dato sfogo a tutto quello che può essere definito NOISE.
È un pezzo sporco, dissonante, distruttivo, cattivo. Abbiamo liberato la nostra passione per i suoni LO-FI.
In tutto il pezzo non c’è un suono che non sia destrutturato, disturbato e/o distorto e abbiamo volutamente regredito la qualità sonora in alcuni punti del pezzo per conferire al sound una sensazione più caotica/degenerativa possibile. È quei tipici pezzi che per via della sua composizione così estrema o li ami o li odi profondamente. Per noi hexagone è casino, e ci piace per questo! \m/
7. GREYHUES
Greyhues, rispetto agli altri pezzi, è un’idea molto vecchia che non abbiamo voluto abbandonare nei nostri hard disk. È stata composta quasi agli esordi e ci tenevamo ad inserirla nell’album.
L’idea e la bozza principale fu concepita proprio nell’inverno in cui il progetto venne fondato.
Erano giorni di pioggia, particolarmente freddi e grigi (da qui il nome del brano). Greyhues rappresenta un po’ il nostro percorso musicale, gli anni gettati in cameretta e in sala prove a sperimentare con strumenti di ogni tipo, sommersi da fili e controller midi. Una polaroid di quello che eravamo e che saremo…
8. OUTRO
Outro è in assoluto il brano più sperimentale dell’album. È una traccia da una carica emozionale molto intensa, ma allo stesso tempo confusa dalla destrutturazione che abbiamo conferito ai suoni. Ci piace moltissimo modellare, destrutturare, mixare, trasformare i suoni e Outro è la vittima più colpita da questo nostro crimine :D
Il risultato è ipnotico e magico, soprattutto alla fine quando sembra di ascoltare una specie di TAPE, un vecchio nastro, con il suono di un pianoforte scordato che pian piano perde enfasi fino a lasciare posto al silenzio..
RINGRAZIAMENTI
Oggi fare musica è davvero difficile, soprattutto quando si tratta di produrre un qualcosa di estremamente personale che fugge dalle logiche del mercato discografico a cui siamo abituati.
Ringraziamo infinitamente tutti quelli che ci supportano ascoltando, diffondendo e comprando il nostro disco.
Un ringraziamento speciale va sicuramente anche a Francesco Giuliano con cui abbiamo registrato il disco allo studio Redbox. È anche grazie alla sua immensa professionalità e passione verso il nostro progetto che WIREFRAME ha preso vita.
E grazie ovviamente alla nostra label Megaphone Records di Pordenone con cui abbiamo pubblicato il disco e BASSMOVE che ci supporta in tutti gli eventi.