Ebbene, qualsiasi tour prima o poi finisce e ti riporta a casa. Che a volte può voler dire lasciare mare, bagnasciuga e grattacieli per tornare a correre dietro i tram sempre un passo avanti a te di Milano. His Majesty Andre saluta l’Australia per la quarta volta e riporta le sue ultime impressioni sulla terra di TA-KU, di Flume e dei canguri. E da quest’anno anche delle scosciate (cit).
Ciao Austrelia.
“Riconoscete lo skyline della fotografia qui sopra? Non fate i furbi solo perché sapete che stiamo parlando dell’Australia.
Così è come la Opera House vede chi la guarda. Ogni giorno orde di turisti approcciano questo teatro sulla baia più piccola di Sydney per scattare foto o fare video ed avere il loro ricordo personale, ma qualcuno si è mai chiesto che ricordo abbia Sydney di noi? Ecco, quello della foto. Piccole persone sovrastate da grattacieli, un cantiere e una nave da crociera che nasconde l’MCA, il Museo d’Arte Contemporanea, dove non solo potrete vedere delle opere che “sì vabbè.. eh, però in effetti”, ma anche scroccare internet per fare l’ennesimo check-in su foursquare, dopo quello fatto fuori da Hungry Jacks, nel quale non entrate perché tanto il wifi funziona anche da fuori.
Non crucciatevi più di tanto nel cercare souvenir originali, troverete sempre e solo i soliti: cartelli stradali con gli animali, calamite di dubbio gusto ma indubbia scarsa qualità, tovagliette di presunto cotone che al tatto si rivela come carta vetrata, boomerang che per quanto debbano tornare indietro l’unica cosa sicura è che romperai qualcosa. O qualcuno. Se non siete così retro-tecnologici da mandare una cara vecchia cartolina ma dall’iphone, e con la vostra foto appena scattata all’Opera House, le opzioni acquistabili sono poche. Ma forse qualche speranza c’è ed anche originale, per tutte le preferenze:
Per gli elegantoni: un soprammobile. Fatto a rana. Specifico: fatto con una rana, imbalsamata ed incollata su un pezzo di legno da un tassidermista professionista. Circa 28€.
Per i gusti raffinati: un apri bottiglie. Non raffinati perché vi servirà per assaggiare una pregiata birra locale, bensì perché il manico è costituito da un elegantissimo scroto di canguro. Vero. Lo scroto. Un po’ meno vero è che siete eleganti. Circa 25€.
Per i palati sopraffini: le feci di koala o canguro. Che, grazie al cielo, a questo giro non sono vere come lo scroto di canguro. Sono solo noccioline ricoperte di cioccolato accompagnate da questa raffinatissima allusione alla cacca dei nostri beniamini animali Australiani preferiti. Circa 7€.
Il mio souvenir per voi sarà però qualcosa di intangibile, come il moderno vivere insegna o come la moderna società coattamente impone. Musica allo stato streaming. Una selezione dei 10 pezzi che hanno contraddistinto sia per me che per chi mi abbia incontrato in queste due settimane, in un modo o in un altro, questo quarto tour Australiano e questo primo diario.
His Majesty Andre – HYMN
Ciao, sono io. Già sapete.
Waxmotif – Ctrl-66
Colui che mi ha fatto scoprire i “Caramello Koala”, cioccolatini a forma di Koala ripieni di caramello. E la gente sentiva che c’era un qualcosa di Australiano quando partiva il pezzo.
Diplo & Swick – Dat a freak
Swick è di Melbourne ma non fa Melbourne Bounce. ANZI.
Anna Lunoe – Real Talk
La principessa delle DJ Australiane. E canta anche! E mi ha regalato la sua maglietta (asciutta).
Airwolf ft. Alex Rose – Believer (What So Not Remix)
What So Not sono forse un poco sconosciuti ancora. Uno è Emoh Instead, l’altro è Flume. Che lo sai.
Flume – Sleepless
Un po’ per il titolo tributo al jetlag e un po’ perché se sei vai in Australia adesso non puoi non sentire qualcosa di suo ovunque tu sia.
Ta-Ku – When I met you
Molto popolare al momento, è sempre sul confine fra un genere che conosci bene e uno del quale non c’è nemmeno un nome.
Wordlife – Life is riddim
Altri due nomi Australiani che messi insieme creano quel qualcosa che non so. E se non so, ascolto. Così dopo, almeno, so un po’ di più.
Lucid – On & on
Che sembra trap ma non è proprio trap. E di sicuro non è Melbourne bounce.
Kendrick Lamar – Swimming Pools (Drank)
Che con l’Australia, di per sé, c’entra poco. Ma è uno dei brani che la gente ha apprezzato di più nella parentesi hiphop/trap del mio set. Specie durante la serata nella swimming pool. Drank.
È proprio vero, quindi, l’impressione che si ha dell’Australia dopo che la si conosce. Ovvero che non manchi nulla. E come dice l’antico proverbio: “Vedi l’Australia e poi muori”.
Nota finale: no, le scosciate Australiane non le ho fotografate. Era un po’ troppo “creepy” da fare.”
Qui recuperi le vecchie puntate del diario.