Domenica mattina. In uno stato di comprensibile confusione che segue a quello che è stato il tuo w/e da leoni, apri l’internet (leggi=accedi a) e ti trovi tra le mani il debut album di Jai Paul cominciando a esalare gioia da tutti gli orifizi. Senza porti troppe domande lo ascolti e dai per buona la notizia poiché il lavoro era ormai atteso da due anni e non si faceva che parlarne in giro. Quello che non sai, e che stiamo per raccontarti, è la misteriosa storia che si cela dietro questa release.
Partiamo dalle origini: Jai Paul appare sulle patinate pagine del web nel 2010, quando la sua demo di BTSTU comincia a fare il giro delle radio grazie a DJ dal fiuto segugio come Gilles Petterson, Annie Mac, Zane Lowe. L’anno successivo viene campionata sia da Drake che da Beyoncé rispettivamente nei singoli Dreams Money Can Buy e Till The End Of Time. La XL Recordings lo nota e lo mette sotto contratto annunciando che a breve sarebbe uscito l’album di debutto. Nel frattempo rilascia un secondo singolo, Jasmine, sempre in versione demo, che viene subito nominato da Pitchfork come Best New Track e dalla BBC come Next Hype Track. Siamo già al 2012 e del debut album neanche l’ombra, mentre l’etichetta si apre con dichiarazioni forti via Twitter: ”Jai is a wizard…the way he’s going about things is, I think for many, baffling. But…he’s going about things in the most jai Paul way you could possibly go about things. And who knows where that may lead”.
Ed eccoci arrivati al weekend appena trascorso. Su Bandcamp compare un album rilasciato dallo stesso Jai composto di 16 tracce tutte senza titolo, alcune delle quali molto brevi, per una ragione ancora non molto chiara ma compresa tra il ”volevo farle corte per omaggiare la mia adolescenza punk rock” e il molto più probabile ”sono semplicemente delle demo”. Sulla pagina non appaiono link né contatti personali né riferimenti all’etichetta che per ora non ha commentato in alcun modo l’uscita, facendo sorgere il dubbio che a caricare le tracce sia stata una terza parte più che lo stesso Jay.
La verità è che, operazioni di lancio volutamente avvolte nel mistero a parte, le canzoni sono 16 piccole gemme che tuonano, fisiche e mentali allo stesso tempo. Intanto che scrivo circola il tweet (l’unico mai scritto dal profilo dell’artista) che segue:
To confirm: demos on bandcamp were not uploaded by me, this is not my debut album. Please don’t buy. Statement to follow later. Thanks, Jai
— Jai Paul (@jai_paul) 15 aprile 2013
mentre Hypetrack riporta che gli è stato rubato il pc e che si tratta di un probabile tentativo di frode, poiché l’intero lavoro viene smerciato per 7 euro.
Nel frattempo che qualcuno sciolga la matassa (a breve dovrebbe uscire il comunicato ufficiale non s’è capito di chi), e prima che scompaia dall’internet, ascoltati la raccolta di leaks. Pare che farà una puntata al riguardo anche Bossari.