Il 6 Marzo dell’anno scorso ai Magazzini Generali di Milano si esibiscono gli M83, ma la nostra attesa è tutta rivolta all’opening act più atteso di quei mesi. Sedotti dalle atmosfere oniriche ed epilettiche di Strange Weekend, immaginiamo un Porcelain Raft alle prese con la sua dolce metà, una chitarra appoggiata su un tappeto elettronico che sa di sogni ad occhi chiusi. A distanza di un anno Mauro Remiddi torna con un EP che lascia presagire un cambio di rotta radicale rispetto al precedente lavoro: messa da parte la sottile voce adombrata di malinconia, Silent Speech non tradisce il suo nome. Sono cinque tracce avvolte in una nebulosa silenziosa, ovattate, trainate da un synth modulare che lascia spazio ad echi profondi ed inquietanti ma non alla parola cantata. È forse una chiacchierata silente tra l’artista e il suo strumento, nella quale non sono ammessi intrusi ma solo devoti ascoltatori.
Pare che Mauro, quando ha deciso a settembre di dedicarsi alla composizione del nuovo lavoro, abbia venduto tutti i suoi strumenti per comprare il synth utilizzato in Silent Speech ed evitare la tentazione di replicare i suoni del vecchio album: ”il linguaggio è spesso solo una difesa” è il suo commento all’EP. Nel silenzio, invece, si aprono infinite possibilità di interpretazione, sentieri non battuti e laceranti scoperte caustiche.