Anna Parini non disegna mai per caso. Che l’occasione sia una riflessione sull’aumento delle tasse che manda in rovina il futuro delle giovani coppie, un pensiero sul nodo umorale causato dallo stress o ancora sul bagno digitale nel quale ci immergiamo ogni giorno quando ci appropinquiamo a uscire dal letto, racchiude sempre un frammento di contemporaneità. Lasciati coinvolgere dalle sue sapienti mani di illustratrice della porta accanto col mondo nel cuore.
Quanti anni hai, dove vivi attualmente e dove progetti di andare.
Ciao! Ho 28 anni, vivo a Barcellona, mi piacerebbe andare via ma ancora non so dove.
Le tue illustrazioni attingono tantissimo da quello che avviene intorno a noi e dalle contraddizioni che si palesano nella società. Cosa ha da imparare la società dall’illustrazione invece?
A risolvere i problemi con poche parole.
Caos o silenzio mentre lavori?
In generale podcast, interviste, documentari, audiolibri.
Qualcosa che suscita in te un enorme tenerezza. Io, ad esempio, ho una morsa al cuore quando vedo le mani di mio padre.
I vecchi.
Che rapporto c’è tra illustratori professionisti? Stima, collaborazione, competizione?
Stima sicuramente, competizione anche, ma genuina.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Qualcosa che, anche in cambio di tanto successo, rifiuteresti di disegnare.
Se ti dovessi dare una risposta banale e automatica ti direi il nuovo logo del PDL
Di cosa hai paura?
Del cantante dei Vernice.
Si è appena conclusa un’interminabile giornata di lavoro. Che disco mettiamo su e quale tisana scegliamo (ti ho stalkerato, so che hai una fortissima passione per le tisane).
Purple Rain, Prince and the Revolution + Yogi Tea Himalaya.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?