Molte tracce di questo disco, quelle più anziane sicuramente, sono state influenzate dalla storia che ormai sappiamo tutti sul terremoto in Emilia. Che non è un modo per dire qualche frase psico-epica tipo “costretto in una crudele realtà dove tutto intorno crolla, Machweo esterna i suoi nobili sentimenti nella musica”, colgo l’occasione per spiegare meglio questo particolare. Io in quel periodo semplicemente mi annoiavo tantissimo e avevo un computer.
Looonely, per esempio, l’ho scritta quando in agosto del 2012, una volta tornato in casa dopo la baraonda del terremoto, mi ero ritrovato per l’ennesima volta da solo. I miei avevano deciso di rimanere in vacanza per più tempo, morosa anche, amici men che meno e io mi ricordo benissimo che pranzavo con latte e coco pops e avevo un sacco di poretti splugen da 70 cent in frigo. Perdendo ore su google avevo trovato questa registrazione che corrisponde alla voce dell’ufficiale nella cabina della torre di controllo della Casa Bianca che parlava all’aereo che portava per la prima volta il presidente Kennedy nella White House. Avevo pensato che in quel momento il presidente doveva essersi sentito abbastanza solo, è da quel campione vocale che è nata Looonely. Come al solito per tutte le tracce che ho scritto, tranne un paio, la prima cosa che veniva fuori era il titolo.
Home fa parte di quei pezzi del terremoto, il giro di chitarra lo avevo trovato ben prima di finire in tenda e una sera (una di quelle in cui ero in tenda) mentre suonavo la chitarra, inconsciamente è tornato fuori e mi ha ricordato casa. Non quella emiliana, quella in Salento. Non so perché. Questa storia è brutta così davvero.
The Sadness Of Fire nasce da una conversazione con V che una sera dice che era un po’ triste perché non avevamo mai acceso nessun fuoco nell’estate appena passata, né per una grigliata, né per scaldarci, né per il gusto di accendere un fuoco. Io ho risposto una cosa tipo “tu sei triste, ma pensa al fuoco che non è stato con noi neanche una sera”. Non ha nessun tipo di senso però ci ho fatto una canzone.
I Love You But You Left The Cigarettes At Home l’ho scritta perché un pomeriggio io e V eravamo usciti in bici, ma lei aveva lasciato le sigarette a casa.
U Stronger è forse l’unica con un senso decente, è stata la prima canzone che abbia mai veramente completato e l’ho fatto perché avevo accanto una persona che nonostante tutto il casino che era successo si è dimostrata molto più forte di me. Io in realtà sono una checca e in quel periodo avevo una paura incredibile.
The Bottom Of The Ocean l’ho scritta con A che mi diceva sempre che potevo farci qualcosa di più figo con la chitarra nei pezzi che scrivevo e io gli ho detto “se sei bravo fallo te”. Il giro di chitarra è mio, ma i fraseggi fichi super riverberati li ha scritti lui armonizzando quel che strimpellavo io. Si vede che è bravo veramente.
Chase The Sun l’ho scritta perché avevo pensato che sarebbe stato fico scrivere un pezzo con un americano. Su twitter ho trovato un tipo, Smith Comma John, scriveva un tweet a non mi ricordo quale personaggio che seguivo anche io. Gli ho chiesto se sapeva suonare qualcosa e voleva fare un pezzo con me e lui mi ha detto di sì.
The Tribe è nata quando volevo scrivere un pezzo scurissimo e spaventoso perché me la sentivo. Ovviamente non riesco mai a cavarci fuori quel che voglio esattamente da un pezzo, figurati che L l’altro giorno mi ha detto che è il pezzo più allegro che ho.
My Backseat è nato perché non potevo non scrivere un pezzo con Go Dugong. È stato ed è compagno di musica e di vita, per me inarrivabile produttore, i primi live li ho fatti tutti con lui che mi ha sempre aiutato in qualsiasi cosa. Amico verissimo e vero falso modesto.
U Sad in realtà è una domanda, ma su windows non si poteva nominare un file che contenesse alla fine un “?”. L’ho scritta in un pomeriggio ed è il mio pezzo preferito del disco (ovviamente anche quello meno ascoltato di tutto Leaving Home stando alle statistiche di soundcloud).
Bad Trip On Marijuana l’ho scritta perché a volte la droga è proprio una stronza. Non drogatevi.
Nessuna traccia ha una storia incredibile perché per scriverne una il massimo che ci ho impiegato sarà stato otto ore totali. Non riesco a stare tanto tempo su una canzone. La completavo, provavo a fare un mastering, non ero capace, lasciavo perdere, trovavo un titolo al volo se non l’avevo già trovato e la passavo subito a Forti. Perché sono ancora convinto che se un pezzo piace a Forti vuol dire che è un bel lavoro, altrimenti meglio cancellarla. Avrò cancellato tonnellate di roba in quel periodo, però è servito.