Vi è mai capitato di essere talmente impegnati a guardare lontano da non accorgersi che quello che si cercava era proprio sotto il naso? No, non sto parlando con te, Joey Potter. Il discorso è che l’altro giorno, come ogni giorno, navigavo l’interwebs e sono capitato su un sito internazionale di recensioni molto famoso (ma molto più brutto di DLSO) dove mi sono imbattuto in una segnalazione che mi suonava molto familiare. Si parlava di Aron Airaghi a.k.a. Aquadrop che è un mio amico. Un mio amico con cui esco a bere le birre eh. Questo non lo dico per fare il fico, ma per ribadire il concetto di cui sopra: vi sembra eticamente giusto scoprire che un mio amico ha fatto qualcosa di fico tramite internet? Per me è ridicolo, però l’importante è che ora siamo qui a parlarne.
Aquadrop è un produttore/dj che già DLSO aveva segnalato in passato, ma ora torniamo a parlarne in maniera più chiara perché quello che ha fatto uscire poco fa è un lavoro quantomeno unico, per quanto riguarda il genere trap e comunque la discografia di Aquadrop stesso. Sì perché Yenom è il primo vero LP di Aquadrop e in generale forse il primo LP di musica trap. La trap è un genere che ultimamente vediamo un po’ dappertutto, sono beat abbastanza lenti sui 65/80 bpm vagamente rap che si incontrano con la EDM. Si parla sostanzialmente di un un genere commerciale e abbastanza zarro, l’hype del momento dove tutti si stanno buttando sperando di salire sul carro dei vincitori e questo risulta in un appiattimento generale del genere, ancor peggio di quello che successe alla dubstep insomma. Aron mi racconta che quando si è messo a comporre i suoi primi pezzi trap, che poi sarebbero diventati Yenom, ha da subito pensato di fare qualcosa che accontentasse la ESP Records e che si omologasse al genere, ma dopo qualche secondo di loop zarri “non ce l’ho più fatta, dovevo cambiare” dice, “ho dovuto mettere mano alle mie influenze”. Ed è probabilmente grazie alla bravura di Nic Sarno, gran capo di ESP Records che ha deciso di lasciare praticamente carta bianca ad Aron, fidandosi più del suo stile piuttosto che della comoda scelta di assecondare la massa, che Yenom è potuto diventare un LP che avesse un senso, che fosse un percorso coerente ed identificabile come un un unico lavoro con una sua identità e non solo come una mera raccolta di singoloni zarrotrap. La cosa che mi ha particolarmente colpito è proprio la coesistenza di pezzi da ballare insieme a momenti molto raffinati che non si riducono a dei semplici passaggi tra un brano e l’altro (basta ascoltare Shakin’), ma arricchiscono tutto il lavoro rendendo Yenom più che un disco trap, un disco dove Aquadrop gioca con l’immediatezza della trap e con tutto quello che è invece il suo background sperimentale. Una menzione obbligatoria va anche Giovanni Bettacchioli, autore della super copertina del disco─qui potete provare a vincere la sua nuova collezione di tees.
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