Forget Glasto.
Dimentica qualunque festival a cui sei stato, dimentica le code, dimentica le chimiche. Dimentica i suoni cattivi e le separazioni nette tra i vip e spettatori.
In un angolo di verdissima e ventosissima inghilterra, a Camber Sands, c’è un piccolo paradiso indie chiamato Pontin’s. Lì dentro si tiene l’All Tomorrow’s Parties. Per gli appassionati, un’istituzione.
Tre giorni a fronte mare, in un villaggio turistico di metallurgica memoria. La vita gira attorno alle due venues e agli chalet, graziosi prefabbricati dove tutti alloggiano e si comportano in maniera piacevolmente disdicevole (frolick about, i’d say).
Questa edizione, tenutasi la scorsa settimana, è stata curata da Deerhunter. Il buon Bradford Cox era ovunque, altissimo, magrissimo, uno e trino: ai concerti, al bar, al merch. L’assenza della parrucca confonde i più, ma l’ATP è anche socialità. Ha mantenuto la promessa. Saltellava come un bambino adorando ogni minuto speso nel suo personale parco giochi.
I Deerhunter (mi raccomando Dìr-huntah!) hanno suonato ogni sera, più volte per sera, apparendo su palchi altrui, saltando da palchi altrui e improntando pazzissimi progetti come i TBA, dove Bradford e parte dei Tom Tom Club hanno suonato dei feel-good pezzati della lunghezza di un pezzo stoner: 23 minuti. Insomma. Difficilmente ricapita.
Visto che ci piacciono le liste, ecco una classifica dei migliori/peggiori acts.
Migliori Acts, volendo essere seri e professionali:
Ex Models feat. Kid Millions: un set potente, incentrato sulla batteria e sul rumore bianco. Grande presenza, i dieharder del post-hc hanno giubilato per un’ora e mezza.
Rhys Chatham with Oneida: un trip di due ore buone. Pedali, pedalini, sinth, bassi, formazione in conservatorio e no wave. Ciao e vi saluto. E non sperate di vederli, perché questa combo verrà riproposta solo altre 3 volte, ovviamente overseas.
Hollow Stars: band fantasma dell’ex chitarrista dei Deerhunter. Nonostante abbiano fatto uscire solo un EP di 4 canzoni, hanno affrontato un set ciccione fatto di psichedelie, forti rumori, cavalcate ed esperimenti sonori. Un’ottima sorpresa, accattivanti.
Peggiori Acts, senza alcun rimorso:
Kim Gordon, Ikue Mori e Bill Nace. Le aspettative erano alte, ma siamo stati uccisi dalla pretenziosità di un set al buio. Lei ha emesso gemiti nel microfono per 35 minuti buoni fino a che non ho deciso di girare i tacchi. Quando gli shorts non bastano più. Kimmy, please: hai sessant’anni.
Samara Lulbeski: no, psych-folk no!
La tipa bionda della security: che ci ha impedito di finire di vedere Black Dice, sbattendoci fuori per uno stage dive andato male. Ops. Meno male che era l’ultimissimo concerto.
L’effetto WOW:
TBA: aka Bradford and friends. Surf meets Psych, feel good meets deesagio.
Karaoke: che gli inglesi amino il Karaoke è risaputo. Che addirittura posticipino di 15 minuti la performance di Halcyon Digest perché il Karaoke andava per le lunghe è un’altra.
Dan Deacon: un santone moderno. Lui e la sua sconclusionata elettronica hanno fatto fare festa agli spettatori dello stage 2. Danze, coreografie spontanee, giochi di impronta sociologica: il pubblico è il vero entertainer, Dan è il catalizzatore.
I salvavita:
Il Buddah Bowl. L’unica cosa commestibile da Camber Sands a Rye.
Bj’s on the Beach. Il nome depista, ma si tratta solo di un off-licence appena fuori Pontin’s.
Le attività extracurricolari: Karaoke, Mixtape Swap, Book Bingo, Cinema, Pop Quiz, i party negli chalet. Sono tutte da provare, anche se per farlo bisogna sacrificare qualche gig e le ore di sonno. Tuttavia nemmeno i più misantropi resistono allo scoprire quale sarà la Summer Mixtape del tizio nerboruto che hanno davanti, dopo la 489403a birra è impossibile non cantare Tom Jones assieme a tutti gli altri. I party segreti negli chalet invece sono il Santo Graal di ogni festival-goer. Trovare la festa giusta è sempre un’impresa. Ritrovare il proprio chalet dopo è anche peggio.
Vi è venuta voglia di provare un ATP? Hurry hurry, my love. L’epoca dei villaggi turistici è finita, i prossimi ATP schedulati saranno gli ultimi. End of an era. Uno è già sold-out, l’altro sta per esserlo. Poi non dite che non ve l’ho detto.
─ LOLLA