Facciamo le cose con ordine: One Hand Clapping (or the LP with one sound) è la citazione di un nonsense buddista ripreso da J.D. Salinger nella prefazione di alcuni suoi scritti. Ma è anche il titolo del disco di Ed uscito lo scorso 30 Novembre. Per stuzzicare la curiosità di un (ri)ascolto, DLSO, insieme a Shiver e Osservatori Esterni vi offrono delle succulente esclusive in aggiunta al free download del disco stesso. Da noi trovate una cover di Dear Prudence dei Beatles e il discoraccontato®.
SO CALLED SHOULDERS
L’intro del viaggio d’introspezione nell’incomunicabilità e nei rapporti. Si parte al sicuro, ci si perde, si torna al sicuro. Le spalle sono e cosiddette sicurezze su cui si fa affidamento quando qualcosa non va. Tenere vivo l’Io fanciullo: nella fattispecie parla di mia mamma.
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È un’accusa e una richiesta d’aiuto al tempo stesso. È la presa di coscienza della fine di un rapporto. È il bianco o il nero. Rispecchia molto la mia personalità.
MISSING THE POINT
È una sorta di manifesto d’incomunicabilità. Portare avanti una presa di posizione ignorando i segnali interlocutori, accusare senza soffermarsi, dare per scontate le persone. Queste sono le azioni dei due personaggi del testo. Dinamiche sempre più frequenti quando ci si relaziona. Il verso “I won’t sing about this fucking Italy” si rifà alla vuotezza di significato e mancanza di personalità ed identità della musica italiana odierna (indipendente e non).
Questo è il mio pezzo preferito. E penso riassuma al meglio tutto ciò che è Ed.
MESSAGE RECEIVED
Il controsenso del titolo narra delle classiche incomprensioni telefoniche e delle cose fatte contro voglia.
SYBILL AND MURIELL
Sono la bimbetta e l’apatica donna borghese de “A perfect day for Bananafish” di Salinger. La prima è troppo innocente e credulona, la seconda troppo viziata, borghese e insensibile. Entrambe incarnano quello che scaturirà dal gesto estremo di Seymour Carpenter: la fine dell’innocenza.
SEE MORE GLASS
Il gioco di parole identifica Seymour, colui che “vede al di là”. Il testo esprime appieno il vecchio proverbio “la noncuranza è il maggior disprezzo”.
BANANA SONG
Si ritorna alla citazione di “A perfect day for Bananafish”. Il testo parla di ciò che scuote le coscienze e l’esperienza. Nella fattispecie: il terremoto dello scorso anno.
DON’T SHAKE YOU
Il protagonista del brano è un testardo di natura; uno di quelli che per scuoterlo e fargli prendere in considerazione l’idea di rivalutare la propria posizione, ce ne vuole.
IT WOULDN’T BE THE SAME
Un vecchio e amato pezzo in chiave waltz (teneramente soprannominato il valzerino). Concetto del messaggio: spesso è facile dare per scontato luoghi o situazioni familiari. Beh, in realtà se li si guarda bene, non sono poi così male.
CHANGES AND STUFF
Parla dell’ultimo tour a New York e di com’è stato palloso dover tornare a casa!
YOUR SYMPHONY
Pezzo vecchio. Mi ha un po’ scocciato a dir la verità. Se tornassi indietro ora non lo metterei nel disco, ma è un pezzo a cui sono anche affezionato perché ha rappresentato un personale processo di crescita ed emancipazione intellettuale e musicale.
DOWN THE SHADES
Varie immagini e metafore riportano il viaggiatore all’inizio. Down the shades implica un ritorno alla sicurezza, personificato da chi t’è sempre stato vicino. Nella fattispecie: la mia famiglia e quegli amici che è come fossero fratelli (Paride e Lele del mio vecchio gruppo, i Bag End).