Il primo album dei Moderat, pubblicato nel 2009 su quella BPitch Control che ha lanciato i Modeselektor dopo molti anni di party clandestini post-industial, era una bomba ad orologeria sganciata sulle tue orecchie a piccole dosi. La sensazione che stesse per farti esplodere il cervello da un momento all’altro generava un ascolto ansiogeno e profondo, in cui ogni nota ti attraversava senza lasciarti indifferente.
Moderat II, in uscita il 2 agosto sulla loro stessa Monkeytown Records a dimostrazione di quanto siano cresciuti negli utlimi tempi, è la prova che la sintesi perfetta di due progetti musicali può avvenire con successo. Apparat ci mette le vibrazioni e i suoni pitchati, i Modeselektor ci aggiungono la techno e le battute sincopate. Il primo ti dona la calma zen che ti serve per affrontare la vita, i secondi ti ricordano che non esiste paradiso senza aver prima testato l’inferno. Il risultato finale è una suggestione sonora da vivere ad occhi chiusi, immaginando futuri migliori dove gli opposti non si marginalizzano ma creano terreni di coltura per mervigliose convivenze.