Chi di noi non ha mai avuto l’annoso problema del raddrizzare un tavolino storto o una sedia sbilenca? Credo pochissimi. Io in particolare, soprattutto da quando abito da solo, affronto questa battaglia quasi quotidianamente. La regola base che regna sovrana più o meno ovunque in questo campo è quella del prendere l’oggetto più inutile che si ha e cercare di piazzarlo lì, nel tentativo di stabilizzare il tavolo. Si può trattare di un libro cretino regalato per Natale e in attesa di essere riciclato, oppure di una copia di di Final Fantasy XIII-2, o ancora di un Kuzmanovic acquistato quasi per sbaglio, basta che poi ‘sta benedetta sedia non traballi più. Io però non sono un tipo molto originale, me lo ripeto sempre. Sicuramente non mi avvicino nemmeno lontanamente a Ana Rita Antonio, una progettista portoghese che attualmente vive e lavora ad Oslo, e che ha progettato quattordici modi per sostituire la gamba di un tavolo. «L’idea del progetto è nata dalla mia incapacità di progettare le cose da zero─afferma Anna Rita─così dopo qualche tempo ho cominciato a considerare questa incapacità come qualcosa su cui lavorare. Ho deciso di sviluppare quindi una metodologia di progettazione volta a risolvere i piccoli problemi che caratterizzano la nostra vita quotidiana, utilizzando qualunque componenti e materiale sono disponibili in un determinato contesto per risolvere la problematica in questione».
Il suo ultimo progetto, mostrato alla Ono gallery di Oslo, è venuto insomma da una sfida di vita quotidiana. «Avevo bisogno di uno scaffale per alcuni libri─continua la portoghese─ma avevo a disposizione solo mensole e senza plancia. Fortunatamente conservavo dodici mensole, che, scusate la ripetizione, mi hanno permesso di fare una mensola fatta di mensole». Questo non è tuttavia un’idea nata unicamente come reazione alla noia o dettata dalla semplice necessità quotidiana, ma ha bensì un radicamento ben più profondo. C’è spesso infatti un’ansia intrinseca che ci porta, di stagione in stagione, ad acquistare, portandoci alla ricerca di soluzioni rapide come l’acquisto di un vestito o altro. C’è bisogno quindi di reinventare la nostra vita, riorganizzando i nostri spazi e ridisegnando i nostri oggetti. «Vedo una grande quantità di roba che ha bisogno di un ripensamento. Le nostre vite potrebbero essere migliorate di molto lasciando semplicemente correre la nostra creatività liberamente, godendo noi stessi delle nostre scoperte».