Ho avuto la fortuna di ascoltare questo These Days durante i giorni d’estate, quando il sole rende tutto più luminoso e chiaro. Ho passato settimane in sella alla mia fida Bianchi da montagna sudando come un matto e macinando chilometri con il sorriso sulle labbra; le note del nuovo disco degli M+A mi hanno accompagnato durante salite durissime, in cui i polpacci sembrano spaccarsi in due, così come nelle discese più folli dell’entroterra irpino. Ora, a distanza di mesi, mi ritrovo a parlare di questo disco con un cielo strano fuori dalla mia finestra, un continuo alternarsi di nuvole e squarci di luce, strani cieli macchiati di giallo che si alternano alla grigia cromatura di un quadro uggioso e buio.
La cosa più singolare è rappresentata dal fatto che questo album del duo composto da Alessandro Degli Angioli e Michele Ducci vive di una trasversalità unica, caratteristica che lo rende così perfetto ed adatto tanto alle calde giornate di un profondo agosto che alle plumbee atmosfere di un ottobre oramai imminente ed inevitabile. Svestitisi della loro corazza fatta di elettronica e programming i due producer assumono le sembianze di novelli composer, inserendo all’interno del disco echi differenti che vanno tanto dal calore di brani come When o B Song in cui il soul ed il funk fanno capolino decisi, quanto alle atmosfere vagamente jazz di brani come Game o la magnifica traccia di chiusura rappresentata da Midnight Radio. Se nella già citata B Song o in Slow sembra di ascoltare la versione più ispirata e produttiva di Beck (Hansen), in brani come L.E.M.O.N. o De-light si ritrovano echi di gente come Toro Y Moi e Washed Out, il tutto con un tocco che rimanda alla mente continuamente ad alcuni lavori dei Phoenix di Thomas Mars già citati dai due in quel piccolo capolavoro che era Yes.Pop.
Sarà pure un’ovvietà ma questo These Days è disco preziosissimo e maturo al punto giusto per far fare agli M+A il definitivo quanto meritatissimo salto di qualità. Un album che sa parlare alla testa così come a cuore ed anima di chi ascolta, muovendosi tra brani luminosi e pieni di gioia ed altri composti da introspezione pop. Proprio pop appare il termine migliore per definire questo album, un bellissimo disco pop di delicata bellezza ed assoluta esportabilità (non a caso l’inglese Monotrome records si è da tempo accorta di questo progetto tutto italiano portandolo ad essere apprezzato da numerosi magazine europei). Un disco così maturo da riuscire a fondere insieme suoni di piano jazz e brani rappati, atmosfere da colonna sonora anni ’70 e momenti dal tocco dance (De-light), suoni di violino e bassi wobble.
Per quanto continui a scrivere parole dal tono così positivo sento di non riuscire ad esprimere in pieno la bellezza che è nascosta (che poi nascosta non lo è nemmeno così tanto) dietro questo piccolo gioiello che è These Days; sento di non riuscire ad esprimervi fino in fondo la molteplicità di emozioni racchiuse in questo nuovo disco degli M+A, quel loro riuscirti a riportare con un solo brano indietro di anni, al tempo in cui le colonne sonore di film bellissimi erano composte da maestri italiani e tutto era più calmo e meno frenetico.