Dopo una più che lunga pausa estiva che tra un po’ diventava anche pausa festività mortuarie, ritorna in caps lock LA NOSTRA FANTASTICA RUBRICA SULL’ILLUSTRAZIONE chiamata PASSAPORTO. La formula non è cambiata: ogni settimana vi proponiamo un illustratore italiano di talento che si racconta attraverso le nostre domande e i suoi disegni. Per ricominciare col botto, abbiamo incontrato uno dei nostri nomi preferiti, Giacomo Bagnara. Provate a non perdervi nei suoi bagni di colore.
Come sei entrato in contatto con le riviste americane come The New York Times con cui hai poi lavorato?
Con alcune sono entrato in contatto autocandidandomi mentre con altre grazie all’agenzia da cui sono rappresentato.
La commissione che più ti sei divertito a realizzare nel corso della tua carriera.
Ahahah, la mia carriera… Diciamo che la mia carriera è appena iniziata, sto lavorando infatti con vari clienti da meno di un anno. In ogni caso mi diverto di più nei lavori con illustrazioni singole, così posso concentrarmi esclusivamente su un concetto e svilupparlo al meglio.
A chi dedichi i successi che hai ottenuto fino ad adesso?
A quelli che credono e hanno creduto nelle mie capacità.
Omnia vincit____?
Omnia vincit labor.
Consigliaci un libro sull’illustrazione da non perdere.
Mi è piaciuto molto No Man’s Land di Blexbolex, poi ogni tanto rileggo con piacere Bastogne, illustrato da Maurizio Manfredi
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Come si crea il logo perfetto?
Secondo me i migliori sono quelli molto semplici, piatti e senza sfumature.
Quant’è lontana la vita che sognavi dalla vita che fai?
Diciamo che con la giusta calma si stanno avvicinando.
Hai una serie TV preferita? Hai ceduto anche tu alla febbre di Breaking Bad?
Non sono mai stato un appassionato di serie TV, non so nemmeno bene il perchè.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?
Le sue scarpe giganti con i lacci che ballano.