Da piccola volevo la casa sull’albero con la corda per salire e lo scivolo per scendere e magari un piccolo cestino da mandare su e giù con il pranzo pronto e piatti sporchi. Poi volevo la villetta americana con il barbecue e il papà con il guantone da baseball e il sorriso stampato. La passione per l’amore familiare è improvvisamente svanita e non vedevo l’ora di avere diciotto anni per avere una casa qualsiasi lontano da mia madre. I miei desideri si sono concentrati negli anni tutti nell’ultimo piano di un palazzo in centro, con le piante nei vasi in soggiorno e le piastrelle fresche d’estate. Adesso vorrei il mare, ma non quello di milano marittima a ferragosto, il mare freddo di marzo e l’aria che sa di sale. E vorrei un faro, proprio sulla punta della terra, essere l’ultima casa prima di. Mettermi alla finestra e guardare il mare, mi piacerebbe questo.
Il fotografo Nick Olson e la designer Lilah Horwitz hanno questa casa di finestre, bellissima.
house made of windows
Ben Marcin invece ha fotografato queste case rimaste sole, senza vicini. Sono case dell’ottocento che sono sopravvissute al tempo e ai cambiamenti, e sono così spilungone che fanno venire i sorrisi.
Se un giorno capiti a Dresda, in Germania, fai una danza della pioggia girando attorno ad un totem o almeno incrocia le dita fortissimo. C’è un palazzo che suona con la pioggia,adesso voi direte eh si vabbè chi ci crede buu buu bugiarda e invece sentite qua.
saluti dalla signorina del faro.