Gli amici di Marte hanno lanciato da poco il loro sito che parla di calcio come pochi altri, ironia mai scontata ed approfondimenti da far tremare le ginocchia al più preparato dei Bonucci dal dischetto; così io, che di calcio vivo da sempre, mi sono trovato a buttare giù due righe nostalgiche per loro e per voi.
Il caso vuole che mi trovi a scrivere un post sul calcio per DLSO proprio di lunedì, il che mi porta irrimediabilmente indietro di qualche anno, quando mio padre rendeva l’inizio di settimana meno grigio (oggi qui piove pure) grazie all’acquisto di un semplice quotidiano dal colore rosa. Ricordo ancora le dita annerite dallo sfogliare le pagine, quell’odore di stampato che pervadeva la stanza e le pagelle rilette sul cesso di casa proprio come ora son qui scrivere questo post. Il fatto è che gli anni sono passati, non vivo più con i miei e mio padre “la Gazzetta” non la compra più, ma soprattutto, il calcio è diventato triste e noioso.
Vi prego, o voi potenti signori del mondo del pallone, ridateci indietro il calcio di una volta con meno soldi e più passione; più sofferenza e meno creste sui campi bagnati della serie A che fu. Ricordo ancora tante cose di quel calcio che mi faceva impazzire da bambino: il coast to coast di George Weah, per gli amici Re George, in un Milan – Verona datato 8 settembre 1996; quello era un Milan diverso dalla triste squadra attuale, ancora lo squadrone dove avevano giocato geni assoluti come Boban e Savicevic, un pallone d’oro dai riccioli d’oro come Papin, la difesa monstre con Baresi, Maldini, Tassotti e Costacurta ma anche le corse sulla fascia di Ba e Blomqvist. Ricordo tante cose ancora, come il Parma delle meraviglie ad un passo dalla vittoria della Coppa delle Coppe e quello del sindaco Marco Osio, ricordo il Toro di Enrico “Tarzan” Annoni, Vincenzo Scifo e Casagrande arrivare ad un passo dalla Coppa Uefa poi vinta dall’Ajax, così come ricordo il grande Napoli di Careca e Maradona ma anche quello con i vari Bia, Fonseca e Policano. Riesco a farmi tornare i mente la sfortuna infinita di Paulo Futre e farla andare a braccetto con i trenini del Bari e le rovesciate di Pasquale Luiso o del comprimario Bressan. Ricordo le magie di Giannini, Batistuta, Balbo, Marcio Amoroso così come il Brescia di tale Tal Banin o Marulla con la maglia del Cosenza. Potrei rimanere qui a scrivervi altre ore del mio Avellino, del Pescara di Galeone o del Foggia bellissimo di Zeman, Rambaudi, Signori e Ciccio Baiano. Ci sarebbe da parlare ancora ed ancora, del Chievo che va in Champions, del Brescello che sfida la Juve nei sedicesimi di Coppa Italia, della grande Samp di Vialli e Mancini e dell’altrettanto mitico Genoa di Eranio, Branco, Aguilera e Skurhavy (uno dei pochi a dover prendere tre cartellini gialli per essere espulso); purtroppo il tempo e le battute a disposizione sono finite, vi lascio con qualche video amarcord adatto a far scendere una lacrima. So di essere stato un tantino nostalgico, forse anche troppo, ma se in sottofondo hai Charles Bradley ad accompagnarti non c’è via di scampo.
Se volete, potete postare nei commenti il vostro momento memorabilia così che lo spirito di quel calcio bellissimo ed intenso di un tempo continui a splendere in eterno.