Pietro Mazza arriva sulle nostre pagine suscitando una spontanea curiosità: perché non c’era finito prima? Era da un po’ che seguivo il giovane illustratore di stanza a Milano, ma solo quest’anno, maturazione in progress, ho deciso di buttarlo dentro al frullatore di Passaporto. A metà strada tra Kaws e Walt Disney, fossi in voi lo prenderei subito a lavorare nel vostro studio creativo prima che del suo estro onesto e talentuoso approfitti qualcun altro.
Sei super inserito nella scena alternativa milanese appassionata di musica, grafica, bei vestiti. Come ci sei arrivato?
Non saprei esattamente, sono cose che mi interessano per cui cerco di seguire abbastanza quello che succede, poi con la grafica cerco di darmi da fare, ecco.
Sei nato guardando le illustrazioni di___?
Guardando soprattutto i giocattoli, credo. Turtles!
Sul tuo profilo Cargo Collective dici di star cercando uno stage. Ti ha già scritto qualcuno?
Nisba :( Però ditelo pure a tutti quelli che conoscete!
Un cartone animato che ridisegneresti da capo.
Piuttosto lancerei un appello contro chi ha deciso di ridisegnare le tartarughe ninja.
Se non ci fosse l’internet, da dove prenderesti ispirazione?
Dai film, dalle riviste, dall’arte e dalla tv. Dalle stesse cose, ma offline. L’internet è comodo perchè te le mette tutte insieme, e le mischia anche.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Usciamo a fare una passeggiata e ti chiedo di portarmi nel posto per te più intimo di Milano. Dove andiamo?
Sul binario 21 della Stazione Centrale c’è l’ingresso alla sala reale. Dentro ci hanno anche girato uno spot Campari, ma adesso è chiusa. Sarebbe bello entrarci.
Trovi che il mercato del lavoro sia saturo di graphic designer o c’è ancora spazio per tutti?
Bello saturo, ma uno spazio salta fuori.
Ma i tuoi l’hanno capito che lavoro vorresti fare?
Forse no, ma sembrano avere fiducia nelle cose che faccio, devo ringraziarli.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?