Il mio maestro di musica delle medie andava ripetendo ad ogni lezione: “Il bello è difficile!” Non mi sono mai chiesto se la frase fosse sua oppure fosse una citazione, mi interessava molto di più tenerne a mente il significato. Significato che si può applicare tranquillamente a Zeno, disco de I Quartieri che la stessa band ci racconta traccia dopo traccia.
9002
Il nostro primo EP si chiudeva con un pezzo intitolato 2009, un augurio di buon anno (“non c’è più un giorno da buttare via”). Il disco si apre con questa 9002, una trasposizione in un futuro più remoto. La musica è dilatata, ma anche tribale. Una scossa, un colpo al falso orgoglio. Vuole dire: guarda bene, le cose sono più semplici di quello che credi, è tutto al posto giusto, tranne te.
Segnaletica
Per tutti quelli che ignorano le proprie inclinazioni più profonde e sincere in cambio di una qualche tranquillità sociale, quando dice “se questa strada è la casa tua, non andare più via”. Spero che questo concetto sia arrivato.
Argonauti
Il testo ce lo avevo nel cassetto da un po’, e anche la melodia, in qualche progetto nel computer. Però era vago. La canzone vera e propria è nata in studio. In mezz’ora, davvero. Stavamo registrando le altre tracce ma poi ci siamo messi sugli strumenti ed è stata una magia. Parlo a nome di tutti noi quando dico che è quello di cui andiamo più fieri. Il tema che affronta è piuttosto evidente: una risposta alla così detta fuga dei cervelli, un invito a fare quadrato di fronte alla miseria politica e culturale dell’Italia contemporanea.
Il mondo
Tra le prime scritte per il disco. Il testo è un consiglio su come mantenere la salute mentale nel mondo contemporaneo. Questa epoca rischia di trasformare ogni individuo in un cosmo. Il risultato dell’epoca del social network è spesso una sopravvalutazione inutile di se stessi, tanti ego sparsi nel globo che si autofomentano per diventare tanti piccoli status. Si ispira a certi temi dello scrittore Jonathan Franzen.
Zeno
È una presa per il culo del grande classico di Svevo. Citandolo: “io pensavo sempre alla morte e perciò non avevo che un solo dolore: la certezza di dover morire. Tutte le altre cose divenivano tanto poco importanti che per esse non avevo che un lieto sorriso o un riso altrettanto lieto”… ecco, sì, moriremo tutti, ma nel frattempo godiamocela un po’, Zeno!
Gomma
La canzone è tra le prime composte. È una risposta al prototipo culturale berlusconiano, alla reiterata assuefazione alle menzogne. E la gomma del titolo è quella della chirurgia estetica. Magari è un argomento demodè, ma stiamo ancora pagando le conseguenze.
Spiaggia Bianca
Scritta durante la produzione del disco, solo che non c’era tempo per arrangiarla come band. E’ una canzone d’amore molto sentita.
Autostrada Blu
Ci sono persone che si allontanano, o dalle quali ci allontaniamo. Un pezzo sull’amicizia, anche la più tormentata. Mi piace pensare che non c’è tempo e non c’è spazio capace di annullare certi legami.
Organo
abbiamo corso il rischio di chiudere il disco con questo pezzo, che è forse il più lapidario. Ognuna di queste canzoni è il sunto di un buon proposito personale. Ogni parola lanciata sul mondo è una preghiera personale. Organo è il sunto del disco, vuole dire: svegliati da questo letargo, esercita appieno le tue facoltà e il tuo diritto alla felicità. Tante piccole rivoluzioni personali porterebbero ad una grande rivoluzione collettiva. Come dire, due persone non possono formare una coppia sana, se non sono sane personalmente. Proviamo ad estendere questo discorso su scala sociale. Con il ritornello di questo pezzo abbiamo dato il colpo di grazia allo Zeno Cosini che sappiamo. È lapidario, ma anche grottesco e dissacrante in un certo senso. Finalmente ce ne siamo sbarazzati.