Di solito va così: esce un tuo disco, ne sei molto orgoglioso, cominci con piacere a rispondere alle interviste e a raccontarlo. Dopo un po’ ti accorgi però che stai ripetendo come un mantra le parole chiave selezionate per definirne l’identità e la coolness. “È un disco di exotica”. “Moondog: il vichingo della sesta avenue”. “La scena berlinese”.
La cosa bella dei posti come DLSO è che ti chiedono di fare qualcosa di speciale.
Qualche giorno fa ci hanno chiesto un track by track del nostro Moondog Mask, ovvero di commentare ogni brano con un breve testo.
In realtà quasi contemporaneamente avevamo pubblicato su Spotify una guida all’ascolto, addirittura in formato audio (per i completisti: è qui). Sarebbe stato un po’ un doppione mentre noi, come dicevamo sopra, volevamo fare qualcosa di speciale.
Allora abbiamo pensato che i brani di questo disco si muovono attraverso una moltitudine di luoghi, reali e immaginari. Proviamo a raccontare quelli. “The magnetic tour of Hobocombo”. No, “The magnetic map of Hobocombo”. No, ce l’ho: “Moondog Mask: a magnetic journey”.
Fate click sul player che si parte.
MARACALAGONIS
+39° 17′ 14.118″, +9° 13′ 36.4152″
Le launeddas che aprono il disco vengono da qui. Sono state registrate nel gennaio del 1967 da Diego Carpitella e incluse in Italia-vol1 (Albatros 1970 – Nota 2009). Una meravigliosa raccolta di fields recordings della tradizione popolare italiana selezionati da Roberto Leydi, un disco di straordinaria bellezza. Cercatelo, ascoltatelo, godetene.
MANHATTAN
+40° 45′ 44.98″, -73° 58′ 42.14″
All’angolo fra la 6a Avenue e la 53a strada, durante tutti gli anni 50 e 60, potevi incontrare Moondog con la sua lancia e il suo elmo da vichingo. Molte cose sono partite da lì, compresa la minimal music di Philip Glass e Steve Reich.
CANTERBURY
+51° 9′ 47.829″, +1° 14′ 0.9126″
TIMOR EST
-8° 47´ 11.472″, 125° 56´ 30.381″
Sul rilievo della scena di Canterbury non c’è nulla da aggiungere. Per l’immenso Robert Wyatt non si può che avere stima incondizionata. La sua “East Timor”, che racconta l’indifferenza occidentale alla tragedia di Timor Est, entra nella scaletta di Moondog Mask, densa di luoghi esotici vagheggiati, come un necessario contrappeso drammatico e reale.
BERLINO
+52° 30′ 13.9788″, +13° 25′ 28.4226″
Abbiamo cominciato a registrare questo disco nell’estate del 2011 al Kunstlerhaus Bethanien a Kreuzberg, abbiamo trasferito l’Obst und Gemüse Studio in Weichselstraße nel luglio 2012, abbiamo chiuso il mastering nell’estate 2013 nello studio di Doug Henderson a Neukölln. Nel mezzo svariati concerti e concertini, la serata all’Ausland “Hobocombo + guests play Moondog”, gli ospiti dell’Echzeitmusik nel disco, la (ri)costruzione di una trimba in un laboratorio di Friedrichshain. Decisamente Moondog Mask deve molto a Berlino.
MAR BALTICO
+54° 5′ 48.8502″, +13° 27′ 17.643″
Nel 2011 Andrea ha trascorso un periodo a Greifswald, sul mar Baltico. Ispirato dai luoghi ha iniziato a mandare alla divisione cerrese degli hobocombo delle composizioni. Tra queste Baltic Dance, la danza di un immaginario popolo nordico, flagellato dal vento freddo del Baltico, che invoca il sole a colpi di slide guitar.
STOCCOLMA
+59° 19′ 15.8592″, +18° 3′ 12.351″
Serge Tcherepnin è il creatore di uno straordinario sistema modulare di synth. Una delle cose più divertenti (e dagli esiti più imprevedibili) è che non fa differenza fra segnale audio e corrente elettrica: si può patchare (scusate l’orrore linguistico) qualsiasi modulo a qualsiasi altro. Poi c’entrano anche le banane (exotica!) e le balene (i dettagli qui). Un esemplare sta a Stoccolma all’Elektronmusikstudion ed ha trovato un felice matrimonio con un sulittu sardo (ancora Maracalogonis) nella nona traccia: The Old Serge and the flutes.
MOMPRACEM
+5° 13′ 23.433″, +115° 7′ 41.304″
“Isola selvaggia, di fama sinistra” Mompracem è il covo dei formidabili pirati della Malesia. Salgari però non c’era mai stato (in verità non si era neppure mai allontanato troppo neppure dalla Pianura Padana) e aveva ricostruito la geografia del Borneo da alcune vecchie carte nautiche. Oggi la posizione dell’isola è oggetto di contesa: secondo alcuni si tratta della disabitata Pulau Kuraman, secondo altri sarebbe sprofondata e, novella Atlantide, andrebbe individuata nel banco corallino di Ampa Patches.
Mompracem assomiglia molto ai luoghi in cui è ambientato Moondog Mask: è prima di tutto un luogo letterario, ma esiste. Meglio: forse è esistito.
Foto iniziale: Giulia Mazza
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